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venerdì 15 febbraio 2013

La nuova bandiera della popolazione Võro

Dalla giornata di ieri, 14 febbraio 2013, il Võro ha adottato una nuova bandiera. Il Võro è una regione storica e linguisticamente ben distinta, situata nell'Estonia meridionale.
La bandiera rappresenta le otto aree storiche dell'antica Võrumaa (Vana-Võromaa: Kanepi, Urvastõ, Karula, Harglõ, Rõugõ, Vahtsõliina, Räpinä e Põlva), che al giorno d'oggi ricade nella Contea di Võru e, parzialmente, nelle Contee di Põlva, di Tartu e di Valga. Il vessillo è stato scelto attraverso un sondaggio proposto in 955 locali ed è stato issato per la prima volta alla scuola Kääpa, a pochi chilometri dalla città di Võru.
Il presidente dell' Associazione Võro VKKF, Triinu Ojar, ha auspicato che nell'Estonia meridionale, dove circa 50.000 persone parlano Võro, abbia inizio l'abitudine di esporre la nuova bandiera accanto a quella nazionale estone.


Sopra: la mappa del territorio in lingua Võro. Sotto: le due bandiere proposte per la scelta

giovedì 1 marzo 2012

L'Estonia in un articolo del 1989

LA BANDIERA DELL’ESTONIA
SULLA TORRE PIU’ ALTA DI TALLINN
MOSCA. Erano le 8 e 33 minuti, ieri mattina, quando la vecchia bandiera blu-nera-bianca della Repubblica democratica d’Estonia nata nel 1881, consacrata nel 1884 nella Chiesa d’Otepia è tornata a salire sulla torre più alta di Tallinn, per la prima volta dopo quarantanove anni. Nella vecchia piazza, in strada, dovunque per la città, centomila persone hanno applaudito, celebrando la prima Giornata dell’indipendenza, proclamata il 24 febbraio del 1918. Poche ore prima, sotto lo sguardo del presidente del Soviet e del primo segretario del partito, lo stendardo con la falce e il martello della Repubblica Socialista Sovietica d’Estonia veniva ammainata, e trasferita (come dice la Tass) nel museo estone della Rivoluzione. Sotto il pennone Arnold Ruutel, presidente del Soviet repubblicano che tre mesi fa proclamò invano la sovranità dell’Estonia, scontrandosi duramente con Mosca fino alla scomunica, ha cercato di ridurre il carattere storicamente eretico della manifestazione e dei suoi simboli politici: E’ la perestrojka che ci ha portati a questa giornata. Deve essere chiaro che non si possono considerare le date della storia nazionale come qualcosa di ostile al socialismo. Celebrando la giornata dell’indipendenza dell’Estonia, d’altra parte, noi non annulliamo certo l’anniversario della nostra Repubblica Socialista. Ma la manifestazione di massa che si è svolta a Tallinn, ha visto nella cerimonia di ieri la conferma di un cammino ormai di chiaro segno autonomista che sta interessando tutto il Baltico. La Lituania è stata appena sconfessata dalla Pravda, con la denuncia delle rivendicazioni estremistiche che affiorano nel movimento popolare Sajudis, con proposte antisocialiste come il ritiro della repubblica dall’Unione Sovietica. La Lettonia ha visto eleggere candidato alle elezioni per il Soviet il leader del Movimento per l’indipendenza nazionale, Repsce, che chiede apertamente l’uscita della Lettonia dall' Urss. Le tre repubbliche baltiche non erano riuscite a fare fronte comune nella rivendicazione di sovranità, e si erano disunite nel braccio di ferro con Mosca. Ma il riemergere della rivendicazione autonomistica in tutta la regione conferma che il Cremlino non ha normalizzato il Baltico. E la presenza alle manifestazioni di ieri a Tallinn della nomenklatura politica repubblicana rivela che il potere periferico è costretto in qualche misura a seguire la corrente. La celebrazione di ieri ha però assunto un carattere di aperta testimonianza nazionalistica, con i bambini portati in strada dagli asili e dalle scuole, molti negozi chiusi, con le bandiere davanti alla porta e lacrime di commozione quando lo stendardo è salito sulla torre, come testimoniano i giornalisti locali. In più, gli indipendentisti hanno organizzato un altro raduno a metà giornata, con qualche migliaia di persone nel centro di Tallinn per celebrare l’anniversario della proclamazione d’indipendenza tra le due guerre. Ma il vero segno politico della giornata, viene dall’appello al popolo estone del Comitato centrale, cha ha riscritto la storia ufficiale dell' Estonia, ribaltandola per la prima volta. La festa e la bandiera sono il primo passo per il ristabilimento della dignità del popolo e il riconoscimento della sua storia autentica. Quando cambiarono le sfere d’influenza degli Stati, e l’Estonia divenne parte dell'Urss scrive il documento invece dell' annunciata prosperità il popolo incontrò lo stalinismo. Ma malgrado il sopruso stalinista e il grigiore burocratico della stagnazione, il popolo estone conservò la sua lingua e la sua cultura, prese dagli avi i valori dell' identità nazionale e la volontà di conservare il suo sistema statuale. Solo i popoli liberi sviluppano con successo la loro economia e la loro cultura; e il progresso dell’Estonia presume il diritto del nostro popolo di essere padrone del suo destino.
Dal quotidiano la Repubblica, 25 febbraio 1989, pagina 14. Autore: Ezio Mauro.

domenica 23 gennaio 2011

Origine e significato della bandiera dell'Estonia

Storia
La bandiera a bande orizzontali blu-nera-bianca fu esposta per la prima volta ad Otepää il 4 giugno 1884, come simbolo dell’Associazione Studentesca Universitaria Estone. Negli anni seguenti essa divenne un simbolo nazionale.
Il Governo provvisorio dell’Estonia, con una risoluzione del 21 novembre 1918, decretò la bandiera blu-nera-bianca come vessillo nazionale. La legge che stabilì tale bandiera come bandiera nazionale fu promulgata dal Parlamento (Riigikogu) il 27 giugno 1922. Le misure standard furono stabilite in cm. 105 di altezza e cm. 165 di lunghezza, con un rapporto di 7:11.
Dopo l’annessione forzata dell’Estonia all’Unione Sovietica, nel giugno 1940 la bandiera divenne proibita.
Negli anni 1987-1988, all’inizio del processo di ripresa dell’indipendenza, la bandiera blu-nera-bianca iniziò ad essere utilizzata in pubblico nuovamente. Il 24 febbraio 1989 fu fatta sventolare dalla Torre Pikk Herman della Fortezza Toompea, a Tallinn.
Araldica
Blu “fiore di granturco” (codice esadecimale #0072CE – codice RGB 0-114-206). E’ uguale a quello della croce nella bandiera finlandese e fin dall’inizio del XX secolo simboleggiava la sete di libertà delle popolazioni ugro-finniche sottomesse allo zar (Estoni, Finlandesi, Ingri, Lapponi e Careliani). Il fiore di granturco è considerato il fiore nazionale dell’Estonia.
Nero (codice esadecimale #000000 – codice RGB 0-0-0). Rappresenta i lutti e le sofferenze patiti nel corso di tanti secoli di sottomissione. La rondine comune (Suitsupääsuke), animazione del colore nero, è l’animale nazionale dell’Estonia.
Bianco (codice esadecimale #FFFFFF – codice RGB 255-255-255). Simbolo di luce e di speranza, come le falesie sulla costa del Mare Baltico, dove l’acqua che si infrange diventa di colore bianco.
Lo stemma dell’Estonia, tre leopardi su uno scudo, risale al periodo di dominazione danese ed era stato introdotto per la prima volta nel 1220.
(L'illustrazione è tratta dall'Enciclopedia Estone del 1933)