Se la maniera di contare il breve tempo può sembrare bizzarra (60 minuti uguale 1 ora; 24 ore uguale 1 giorno), quella dei periodi successivi è quantomai sgangherata. 7 giorni uguale 1 settimana, 12 mesi uguale 1 anno, ma nel passaggio intermedio i mesi non sono tutti uguali ed uno (febbraio) addirittura ogni 4 anni è diverso dai 3 precedenti: 29 giorni invece di 28.
La stranezza nacque ai tempi di Giulio Cesare, che fece intitolare a sé stesso il quinto mese (luglio) di un calendario che ancora non iniziava a gennaio. Il suo successore Augusto continuò il percorso, facendosi intitolare il sesto mese (agosto) ed aggiungendoci un giorno in più per sentirsi migliore del predecessore. La moda di cambiare il nome dei mesi terminò con lui, ma la decorrenza dell’anno cambiò e quindi i mesi settimo, ottavo, nono e decimo (settembre, ottobre, novembre e dicembre) sarebbero diventati il nono, il decimo, l’undicesimo ed il dodicesimo, cominciando ad avere pertanto dei nomi sbagliati.
La questione di agosto con 31 giorni successivo ad un altro mese con 31 giorni, complicata da un conteggio errato che sarebbe stato poi corretto con il calendario gregoriano, consolidò l’esigenza di aggiungere ogni quattro anni un giorno a febbraio, che ai tempi di Giulio Cesare e di Augusto aveva pagato caro, con due amputazioni, il fatto di essere stato l’ultimo mese dell’anno.
Ma la storia ha annoverato una stranezza ancora più grande ed altrettanto sconosciuta ai più: un 30 febbraio.
Era il 1699 ed il Re di Svezia Carlo XII, che a quell’epoca governava anche sulla Finlandia, sull’Estonia e su altri territori attualmente facenti parte della Lettonia, della Russia, della Norvegia e della Germania, decise di passare dal calendario giuliano al calendario gregoriano. A quell’epoca tra i due calendari vigeva una differenza di 10 giorni, con il calendario gregoriano in anticipo su quello giuliano. Il Re decise che per recuperare questi 10 giorni dovevano essere eliminati tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740, consentendo così di recuperare un giorno ogni 4 anni e raggiungere la parità a cominciare dal 1º marzo 1740. Quindi venne eliminato il 29 febbraio 1700, ma negli anni successivi il Re Carlo XII dimenticò di continuare il piano perché era impegnato nella guerra con l'Impero russo e non aveva il tempo di firmare e far promulgare l’editto. Così sia il 1704 che il 1708 furono bisestili.
Riconosciuto l'errore, si prese quindi la decisione di tralasciare l'intero piano, che aveva causato soltanto molta confusione, e si tornò al calendario giuliano. Per recuperare il giorno saltato nel 1700 si stabilì quindi che nel 1712 venisse aggiunto a febbraio un secondo giorno, oltre a quello dovuto perché quell'anno era bisestile. Così, nel calendario svedese del 1712, febbraio ebbe 30 giorni.
La ridimensionata Svezia, mutilata della Finlandia, dell’Estonia e di tutti i territori sulla sponda destra del Baltico, sarebbe passata definitivamente al calendario gregoriano nel 1753, saltando i giorni dal 18 al 28 febbraio.
Il 30 febbraio sarebbe tornato poi nell’Unione Sovietica, nel 1930 e 1931, a causa dell’introduzione di un calendario rivoluzionario che consisteva in 12 mesi da 30 giorni ciascuno, più 5 giorni finali festivi che non appartenevano ad alcun mese. Tale calendario fu poi abbandonato a decorrere dal 1932. Chissà se sono ancora in vita persone nate nel 30 febbraio di quei due anni.