Sabato 18 febbraio 2012 si è tenuto un importante referendum in Lettonia, portato avanti da persone che proponevano di introdurre il Russo come seconda lingua nazionale ufficiale.Ha vinto il no, con un esito che non lascia spazio ad alcun dubbio, sorprendentemente anche in aree popolate da abitanti etnicamente russi: quasi il 75%.
Un risultato importante per l’identità nazionale, dove il gruppo etnico lettone è appena del 59,4%, seguito da consistenti minoranza slave (Russi 27,6%, Bielorussi 3,6% ed Ucraini 2,5%) insediatesi durante il mezzo secolo di occupazione sovietica. Un risultato importante, che conferma le scelte europeiste della Lettonia; un risultato importante, che scongiura ripercussioni emotive nella confinante Estonia ed irrora una doccia fredda al panslavismo della Russia, che ha seguito con vivo interesse l’intera vicenda.
Percentuali schiaccianti in favore del no hanno prevalso in Livonia (Vidzeme), in Curlandia (Kurzeme) ed in Semigallia (Zemgale). Ha prevalso il no anche a Riga (Rīga), mentre l’unica regione dove il si ha superato il no è stata la Latgallia (Latgale).
Interesting! It must be difficult having such a large minority with a different language and culture...
RispondiEliminaThe main problem is not the minority itself. The question in that those Slavonic people were "imported" in the period of the USSR, filling up the places of local people who had been killed or "deported" to Siberia.
EliminaIn Latvia, the Latvian ethnic people in 1935 were 77.0%, while in 1989 they were only 52.0% (look at this interesting article http://countrystudies.us/latvia/9.htm ).
As regards Estonia, in the last census before the USSR in 1934 there were 88.1% Estonians + 8.2% Russians and Ukrainians, while in 1989 there dropped to 61.5% Estonians + 33.4% Russians and Ukrainians (look at the numbers at the following link: http://estonianbloggers.blogspot.com/2011/07/popolazione-in-estonia-dal-1922-al-2009.html ).