Valga è una di quelle città particolarmente originali, sparse qua e là in diversi posti del pianeta, che per sarcasmo della storia non rientrano nei confini di una sola nazione.
Una Città, due Stati (1 linn, 2 riiki) dicono da quelle parti, perché dal 1° luglio 1920 le allora neonate repubbliche di Estonia e di Lettonia si accordarono sulla divisione in due parti della città che fino ad allora si era chiamata Walk, lungo la linea di confine che anticamente divise la Contea di Sakala da quella di Ugandi. La sezione estone divenne Valga, mentre la parte acquisita dalla Lettonia fu chiamata Valka (Läti Valga, in Estone).
Valga fu menzionata per la prima volta come punto d’incontro di commercianti nel 1286 ed ottenne il rango di città nel 1584 da parte del re di Polonia-Lituania István Báthory, in onore del quale nel 2003 è stato inaugurato un monumento al centro della città, di fronte alla Chiesa di San Giovanni. Il titolo di città sarebbe stato confermato anche dai dominatori seguenti, ovvero dal re di Svezia Gustavo Adolfo II (1626) e dall’imperatrice di Russia Caterina II (1764). Valga può essere considerata una delle città-giardino dell’Estonia, in quanto a differenza delle altre non ha un castello, né fortificazioni, mura o torri medievali. Ma proprio per questo motivo durante la sua storia si trovò costretta a subire ripetute distruzioni. L’ultima in ordine di tempo fu l’annientamento a causa di un incendio nel 1708, durante la Grande Guerra del Nord.
Ma ogni volta Valga veniva ricostruita, a causa della sua posizione strategica al centro dell’Antica Livonia, lungo la rete viaria di collegamento che da Riga arrivava a Tartu, per poi diramarsi verso Tallinn, Narva e Pskov. La popolazione residente a Valga aumentava lentamente, ma alla fine del XIX secolo ci fu un’improvvisa immigrazione di massa, in quanto la costruzione della nuova ferrovia portò come beneficio la creazione di tanti posti di lavoro: il numero degli abitanti di Valga passò dai 4.200 del 1881 ai 10.900 del 1897. Oggi Valga estone ha 15.000 abitanti e Valka lettone ne ha 5.900. Ben 8.200 dei 20.900 abitanti totali non sono estoni, né lettoni. Tuttavia, indipendentemente dal mix notevole, la città è un luogo tranquillo e accogliente per vivere e lavorare.
Con l’entrata dell’Estonia e della Lettonia nello spazio Schengen dal 2007, le frontiere tra Valga e Valka sono completamente cadute ed il movimento tra le due parti della città avviene nella più assoluta disinvoltura. Il tessuto urbanistico è uniforme, i trasporti pubblici sono prossimi ad una integrazione ed ogni iniziativa legata alla cultura, ai servizi ed alle infrastrutture, già a partire dal 1995, viene portata avanti in sinergia.
Valga merita davvero una visita. Solo a Valga è possibile, stando fermi, ordinare con la mano destra uno jäätis (=gelato, in Estone) e con la sinistra un saldejums (=gelato, in Lettone)!
Links:Sito istituzionale di Valga, Estonia http://www.valgalv.ee/en
Sito istituzionale di Valka, Lettonia http://valka.lv/en/
Ricordo ancora la prima volta che ci sono passato: era il Settembre del 2000, una splendida e calda giornata estiva con uno di quei cieli blu che si possono vedere solo da quelle parti (so che sai di quel che parlo). L'attesa alla dogana è stata un'esperienza ai confini dell'assurdo. Nonostante ci fossero solo tre macchine in coda abbiamo dovuto attendere oltre tre quarti d'ora perché venissero espletati i controlli dei documenti. A "salvarci" uno studente dell'Università di Tartu che ci ha intervistato a lungo per un'indagine sui flussi turistici da e per l'Estonia. E così il tempo è passato più allegramente. Tutti i passaggi degli anni successivi, invece, quando i confini non esistevano ormai più, sono stati una passeggiata. Ma a Valga non mi sono mai fermato: è sempre stato un luogo dal quale transitare il più velocemente possibile.
RispondiEliminaLe esperienze personali di faticosi attraversamenti di frontiere talvolta producono dei veri e propri traumi. Il mio record è di 4 ore di attesa nella terra di nessuno tra Nickelsdorf (Austria) e Hegyeshalom (Ungheria) nel 1987, al termine delle quali si riuscì a passare solo dopo aver allungato 50 DM ed una lattina di Fanta al Tizio che avrebbe comandato a Caio di alzare la sbarra. Fin da bambino, poi, ho maturato sofferti ricordi su ogni volta che da Gorizia andavamo a Nova Gorica, nell'allora "Repubblica Socialista Federativa di Iugoslavia". Con l'automobile targata "Roma" potevamo transitare solo dalla Casa Rossa, attraverso estenuanti interrogatori e lunghi ed umilianti controlli. Una volta arrivarono a spremere un tubetto del dentifricio. Poi dal 2007 è cambiato tutto: niente più controlli, niente più persone in divisa e ricucitura della rete viaria; tre estati fa una volta ho attraversato questo valico guidando a 100 Km/h di velocità.
EliminaEcco, Valga/Valka è ormai un'unica città, dove i paletti che indicano i punti della linea spezzata di confine hanno solo il significato di capire la zona di competenza nel caso di un incidente stradale o della rottura di un tubo dell'acquedotto. Valga/Valka, con la sua vocazione commerciale e di ospitalità, rappresenta a mio avviso la vera erede culturale dell'antica Livonia, in quanto è l'unica località che può guardare con uguale prospettiva sia a Valmiera che a Tartu, sia a Riga che a Tallinn.
Se ne avrai l'occasione, un giretto a piedi di un paio d'ore a Valga/Valka servirà a respirare un'atmosfera unica e, forse, ad esorcizzare definitivamente quel tuo brutto ricordo del 2000.
A Maggio sarò a Tallinn, poi non ho ancora deciso come raggiungere Vilnius, chissà che non passi di là e mi ci possa fermare per un po', magari per far riposare la bambina. Niente Valmiera, invece: l'ultima volta ci ho fatto una breve sosta per un pranzo volante e mi è sembrato un luogo orribile!
RispondiEliminaTi/vi auguriamo un viaggio da ricordare solo per eventuali sorprese positive. Una cosa è certa: le giornate saranno più lunghe rispetto a qui e la bambina potrebbe essere più galvanizzata del solito, eh eh eh :-)
EliminaSarà il primo viaggio vero con la fiulina e non vediamo l'ora!
RispondiEliminaChe ne Valga la pena?
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