Rihet-Urmas Ploomipuu, grafico e poliedrico artista estone del XX Secolo, è ricordato come una persona quieta ed apparentemente introversa.
Un uomo elegante, indolente, dallo spirito raffinato e che durante le conversazioni preferiva ascoltare ed osservare gli interlocutori piuttosto che parlare. Coloro che lo conobbero riferiscono che non si arrabbiava mai e che molto raramente si fece coinvolgere in questioni secondarie.
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Nel tempo libero amava dedicarsi agli scacchi, al biliardo ed al tennis tavolo. Nelle sue realizzazioni rispondeva agli interrogativi sulle dimensioni degli oggetti, sulle distanze e sul volume di essi, arrivando a studiare quante volte una cosa piccola potesse essere contenuta in una più grande.
Il percorso professionale di Rihet-Urmas Ploomipuu passò per la Scuola d’Arte (Kunstikool, Tartu 1960-1961), acquisendo poi la specializzazione in incisioni nell’Istituto Superiore Statale d’Arte (1964-1970). Dopo la laurea ed una collaborazione biennale con la casa editrice Eesti Raamat, fu Coordinatore nell’Istituto di Grafica Sperimentale di Tallinn (1972-1979). Nel 1973 divenne membro dell’Unione degli Artisti, lavorando talora in collaborazione con altri artisti estoni, altre volte in proprio.
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Del periodo 1981-1984 sono i dipinti ad olio. Erano gli anni di Brežnev, gli anni in cui l’uomo doveva sembrare rude, odorare di sudore, avere l’alito di sigaretta economica, barba e capelli incolti e bere vino bulgaro. Ploomipuu si lasciò crescere i baffi. Parlava poco e fumava molto, durante le sue frequentazioni del Kuku Club di Tallinn, l’associazione sovietica degli artisti privati estoni. Ma nei suoi lavori non v’è alcun cenno di "baffi" che nascondono la bocca. Anche parlando talvolta in bianco e nero, le creazioni di Ploomipuu risultarono intensamente espressive e chiare, riuscendo a coniugare perfettamente l’originalità con il senso della pace. Una specie di surrealismo molto abbondante e vivace. Le forme geometriche e le prospettive di opere come Raudtee (=Ferrovia, 1980), Kaader (=Telaio, 1983), Vaikelu kotiga (=Natura morta con la borsa, 1984) o di Vaikelu hõbedase kepiga (=Natura morta con bacchetta d’argento, 1984) mostrano un percorso verso la semplicità di ciò che è colto dagli occhi a prima vista. Questi 4 dipinti ad olio si prestano ad essere osservati a lungo e più volte, permettendo allo spirito dell’osservatore di essere pervaso da una piacevole euforia, ma lasciandolo sempre sgombro da pensieri o riflessioni particolari.
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Sfortunatamente Ploomipuu non arrivò a vedere l’Estonia nuovamente e completamente affrancata dall’Unione Sovietica. Un malore fulminante fece passare Rihet-Urmas Ploomipuu a miglior vita il 30 novembre 1990, a Tallinn, a poco più di 48 anni di età.
Molti dei suoi lavori più significativi sono oggi in collezioni private. E’ poi possibile ammirare le sue testimonianze al Museo d’Arte d’Estonia (Eesti Kunstimuuseum), al Museo d’Arte di Tartu (Tartu Kunstimuuseum), alla Galleria d’Arte di Tallinn (Tallinna Kunstihoone), al Museo della Banca d’Estonia (Eesti Panga Muuseum) ed al Museo d’Arte Zimmerli di New Brunswick - New Jersey, USA - (Zimmerli Museum). I suoi lavori furono esposti al Salone d’Arte di Tallinn (1972), al Museo d’Arte di Tartu (1973-1974), alle edizioni della Triennale della Stampa di Tallinn (1971-1974-1977), all’Esposizione di Arte Estone di Leningrado (1979), all’Esposizione di Arte Estone di Mosca (1987). Rihet-Urmas Ploomipuu fu anche conosciuto in diverse altre occasioni espositive in Ungheria, in Canada, in Germania e, dopo la sua scomparsa, alla Mostra Commemorativa alla Galleria Draakon (Tallinn, 1992) ed alla Mostra Retrospettiva della Galleria della Banca di Estonia (Tallinn, 2004). Dal 13 aprile al 23 ottobre 2011 il Museo d’Arte d’Estonia ha esposto le sue opere nell’àmbito della mostra denominata “La Casa Bianca di Urmas Ploomipuu” (Urmas Ploomipuu Valge Maia) e Tõnis Saadoja ha realizzato una omonima pubblicazione illustrata (codice ISBN 978-9949-9086-7-7).
Nel 2004 è entrata nella mia vita la figlia di Rihet-Urmas, Pille Ploomipuu, invadendola di felicità, colorandola ogni giorno con bellezza, affetto, umorismo e voglia di non desiderare altro all'infuori della sua compagnia.