domenica 27 maggio 2012

Nostalgia...

(EE) - Nostalgia on võrgutav valetaja.
(IT) - La Nostalgia è una bugiarda seducente.
(US) - Nostalgia is a seductive liar.
La citazione è di George Wildman Ball, diplomatico statunitense vissuto tra il 1909 ed il 1994. Nostalgia è una rarissima parola omografica, tanto in Italiano, quanto in Estone ed in Inglese.
Targa automobilistica russa di Kaliningrad decorata con il precedente nome tedesco "Königsberg".
Libera aggiunta del nome di fondazione "Littoria" ad un cartello stradale di Latina.
Pubblico esercizio di Tallinn con l'insegna intitolata a "Reval", l'antico nome tedesco della città.
Strada principale di Torino intitolata all'Unione Sovietica, entità politico-amministrativa estinta.
Ristorante statunitense che espone la bandiera del Vietnam del Sud (che non esiste più dal 1975).

domenica 20 maggio 2012

Rihet-Urmas Ploomipuu, il suocero che non ho conosciuto

Rihet-Urmas Ploomipuu, grafico e poliedrico artista estone del XX Secolo, è ricordato come una persona quieta ed apparentemente introversa.
Un uomo elegante, indolente, dallo spirito raffinato e che durante le conversazioni preferiva ascoltare ed osservare gli interlocutori piuttosto che parlare. Coloro che lo conobbero riferiscono che non si arrabbiava mai e che molto raramente si fece coinvolgere in questioni secondarie.
Rihet-Urmas Ploomipuu nacque a Hummuli, un villaggio nella Contea di Valga, il 16 febbraio 1942. Mostrò già da piccolo una fortissima propensione per le arti grafiche, poiché il notevole spirito di osservazione del quale era dotato marciava all’unisono con il dono naturale della precisione, con il coordinamento cervello-mano, con la fervida immaginazione capace di amalgamare alla perfezione le forme con la materia.
Nel tempo libero amava dedicarsi agli scacchi, al biliardo ed al tennis tavolo. Nelle sue realizzazioni rispondeva agli interrogativi sulle dimensioni degli oggetti, sulle distanze e sul volume di essi, arrivando a studiare quante volte una cosa piccola potesse essere contenuta in una più grande.
Il percorso professionale di Rihet-Urmas Ploomipuu passò per la Scuola d’Arte (Kunstikool, Tartu 1960-1961), acquisendo poi la specializzazione in incisioni nell’Istituto Superiore Statale d’Arte (1964-1970). Dopo la laurea ed una collaborazione biennale con la casa editrice Eesti Raamat, fu Coordinatore nell’Istituto di Grafica Sperimentale di Tallinn (1972-1979). Nel 1973 divenne membro dell’Unione degli Artisti, lavorando talora in collaborazione con altri artisti estoni, altre volte in proprio.
Per dirla con schemi, si può sintetizzare che le opere di Ploomipuu possono essere divise in periodi omogenei per tipologie. Le prime realizzazioni furono prevalentemente di tipo grafico e per esse, a detta dei suoi colleghi contemporanei, ricevette i più alti riconoscimenti. L’eredità di questa fase di Ploomipuu è rimasta in illustrazioni per libri e giornali, copertine, gagliardetti ed insegne tematiche, tra le quali stampe internazionali per l’Istituto Politecnico di Tallinn e per l’industria metallurgica Ilmarine. Le tecniche andavano dalle incisioni a graffio standard, per arrivare fino alle varianti più disparate, come ad esempio gli effetti spray introdotti nella metà degli anni 1970. Un tipico lavoro di Ploomipuu fu il ritratto a rilievo di V.I. Lenin che realizzò nel 1977: ebbe un clamoroso riscontro di popolarità in tutta l’Unione Sovietica, a causa della mancanza di riferimenti politici ed ideologici nel volto, che dunque riuscì gradevole mettendo in risalto l’uomo più che il personaggio. Ploomipuu affermava sottovoce e con un composto cenno di sorriso: “Con i soldi che ho guadagnato per questo lavoro finalmente ho potuto comprare la macchina”.
Del periodo 1981-1984 sono i dipinti ad olio. Erano gli anni di Brežnev, gli anni in cui l’uomo doveva sembrare rude, odorare di sudore, avere l’alito di sigaretta economica, barba e capelli incolti e bere vino bulgaro. Ploomipuu si lasciò crescere i baffi. Parlava poco e fumava molto, durante le sue frequentazioni del Kuku Club di Tallinn, l’associazione sovietica degli artisti privati estoni. Ma nei suoi lavori non v’è alcun cenno di "baffi" che nascondono la bocca. Anche parlando talvolta in bianco e nero, le creazioni di Ploomipuu risultarono intensamente espressive e chiare, riuscendo a coniugare perfettamente l’originalità con il senso della pace. Una specie di surrealismo molto abbondante e vivace. Le forme geometriche e le prospettive di opere come Raudtee (=Ferrovia, 1980), Kaader (=Telaio, 1983), Vaikelu kotiga (=Natura morta con la borsa, 1984) o di Vaikelu hõbedase kepiga (=Natura morta con bacchetta d’argento, 1984) mostrano un percorso verso la semplicità di ciò che è colto dagli occhi a prima vista. Questi 4 dipinti ad olio si prestano ad essere osservati a lungo e più volte, permettendo allo spirito dell’osservatore di essere pervaso da una piacevole euforia, ma lasciandolo sempre sgombro da pensieri o riflessioni particolari.
L’8 dicembre 1989 il governo della Repubblica Socialista Sovietica Estone bandì una pubblica competizione per realizzare il design delle nuove banconote estoni, le Corone, che avrebbero soppiantato il Rublo. La decisione era stata presa meno di un mese prima, ovvero l’11 novembre 1989, dal Consiglio dei Ministri, con una risoluzione passata comunque a strettissima maggioranza. Rihet-Urmas Ploomipuu partecipò quasi per gioco, ma finì per entrare nel terzetto dei lavori considerati migliori, insieme a Vladimir Taiger e Ado Tuuga. Le realizzazioni di Ploomipuu sarebbero state scelte per le banconote da 1 e 2 Corone estoni. Taiger e Ploomipuu vinsero come premio un viaggio gratis negli USA, dove si recarono per firmare il contratto per la stampa delle prime Corone estoni il 12 marzo 1990, presso la United States Banknote Company di Los Angeles. Le banconote disegnate ed incise da Rihet-Urmas Ploomipuu – in particolare quella da 2 Corone estoni – furono le più stampate e replicate nella storia monetaria nazionale estone, che si sarebbe conclusa con l’adesione all’Euro dall’inizio del 2011.
Sfortunatamente Ploomipuu non arrivò a vedere l’Estonia nuovamente e completamente affrancata dall’Unione Sovietica. Un malore fulminante fece passare Rihet-Urmas Ploomipuu a miglior vita il 30 novembre 1990, a Tallinn, a poco più di 48 anni di età. Molti dei suoi lavori più significativi sono oggi in collezioni private. E’ poi possibile ammirare le sue testimonianze al Museo d’Arte d’Estonia (Eesti Kunstimuuseum), al Museo d’Arte di Tartu (Tartu Kunstimuuseum), alla Galleria d’Arte di Tallinn (Tallinna Kunstihoone), al Museo della Banca d’Estonia (Eesti Panga Muuseum) ed al Museo d’Arte Zimmerli di New Brunswick - New Jersey, USA - (Zimmerli Museum). I suoi lavori furono esposti al Salone d’Arte di Tallinn (1972), al Museo d’Arte di Tartu (1973-1974), alle edizioni della Triennale della Stampa di Tallinn (1971-1974-1977), all’Esposizione di Arte Estone di Leningrado (1979), all’Esposizione di Arte Estone di Mosca (1987). Rihet-Urmas Ploomipuu fu anche conosciuto in diverse altre occasioni espositive in Ungheria, in Canada, in Germania e, dopo la sua scomparsa, alla Mostra Commemorativa alla Galleria Draakon (Tallinn, 1992) ed alla Mostra Retrospettiva della Galleria della Banca di Estonia (Tallinn, 2004). Dal 13 aprile al 23 ottobre 2011 il Museo d’Arte d’Estonia ha esposto le sue opere nell’àmbito della mostra denominata “La Casa Bianca di Urmas Ploomipuu” (Urmas Ploomipuu Valge Maia) e Tõnis Saadoja ha realizzato una omonima pubblicazione illustrata (codice ISBN 978-9949-9086-7-7).
Nel 2004 è entrata nella mia vita la figlia di Rihet-Urmas, Pille Ploomipuu, invadendola di felicità, colorandola ogni giorno con bellezza, affetto, umorismo e voglia di non desiderare altro all'infuori della sua compagnia.

Nõukogudeaegsed ümbrikud Eesti motiividega

Buste per lettera sovietiche con motivi estoni (1960-1990)

sabato 12 maggio 2012

La deportazione del 1949

Tra il 25 ed il 29 marzo 1949 le autorità sovietiche presero letteralmente 20.702 persone dall’Estonia e le portarono forzatamente in Siberia.
Uno degli obiettivi delle deportazioni effettuate simultaneamente in Estonia, Lettonia e Lituania, fu quello di completare il processo di collettivizzazione avviato nel 1947, in cui le misure economiche avevano fallito. L’altro proposito fu quello di indebolire il movimento di resistenza armata, che era sostenuto dalle aziende che fornivano il cibo.
I preparativi per le deportazioni iniziarono a metà gennaio 1949, dopo l’incontro avvenuto fra i leaders del partito delle tre Repubbliche Baltiche e Stalin. Il 29 gennaio il Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica determinò il numero delle persone da deportare, le regioni ed i principali compiti operativi. Complessivamente si trattò di 87.000 persone: 25.500 dalla Lituania, 39.000 dalla Lettonia e 22.500 dall’Estonia furono condotte nella Repubblica Socialista Sovietica Autonoma della Jacuzia, nei territori di Krasnojarsk e Khabarovsk e nelle regioni di Omsk, Tomsk, Novosibirsk e Irkutsk. I deportati erano in prevalenza i contadini più agiati (detti Kulaki), i “nazionalisti” ed i familiari dei partigiani antisovietici noti come Fratelli della Foresta (Metsavennad in Estonia, Meža Brāļi in Lettonia e Miško Broliai in Lituania).
Il Ministero della Sicurezza di Stato sovietico fu incaricato di arrestare le persone da deportare e di portarle nelle stazioni ferroviarie, mentre il Ministero dell’Interno fu responsabile per ciascun convoglio e per il trasporto delle persone verso le destinazioni designate. Al fine di effettuare una operazione su scala così massiva, furono utilizzati anche l’esercito, le guardie di frontiera, gli attivisti locali, gli agricoltori collettivi ed altri funzionari, per un totale di circa 2.100 persone mobilitate per l’operazione. Per quello che riguardò l’Estonia, arrivarono più di 1.000 operatori e 4.350 militari dell’Armata Rossa provenienti dalla Carelia (1.800 allievi ufficiali e sottufficiali) e dalle città di Minsk (un reggimento di 1.000 uomini della VII Divisione), di Mosca (850 uomini della I Divisione motorizzata di fanteria) e di Leningrado (700 uomini della XIII Divisione motorizzata di fanteria). Alcune settimane prima della deportazione, si formarono nelle varie Contee oltre 2.000 gruppi di lavoro; ogni gruppo doveva deportare 4 famiglie.
L’intera operazione, denominata “Oперация «Прибой»” (=”Operacija «Priboj»”, ovvero “Onda di rottura”), doveva iniziare alle 4 del mattino a Tallinn e nelle città capoluogo ed alle 6 del mattino nelle campagne, per dover essere completata in tre giorni.
L’azione si sviluppò secondo questo procedimento: il gruppo di lavoro veniva portato in automobile nel luogo designato, si scendeva e si procedeva a piedi, si circondava la casa e si bloccavano tutte le uscite. Alcuni soldati, guidati dall’anziano del gruppo, poi entravano nelle case, annotavano le generalità delle persone presenti e perquisivano le stanze. I capi famiglia venivano informati della deportazione. I deportati potevano preparare velocemente le valigie ed erano immediatamente portati in luoghi di raccolta convenuti, per essere poi reinsediati definitivamente altrove. I funzionari di partito e gli attivisti comunisti locali rimanevano nella casa per censire mobili ed oggetti che erano rimasti, che poi venivano affidati alle autorità locali. Qualunque cosa appartenente ai deportati fu confiscata.
I deportati vennero portati in luoghi di raccolta designati (stazioni ferroviarie), dove furono caricati su treni speciali. L’ultimo di questi treni lasciò l’Estonia il 29 marzo 1949. Secondo le statistiche degli organi di sicurezza, furono espulse dall’Estonia 20.702 persone (7.552 famiglie).
In Siberia i deportati furono sottoposti ad una strettissima sorveglianza. Essi non furono autorizzati a lasciare la zona in cui erano stati inviati. Il lavoro e le condizioni di vita variarono in base alla regione; pertanto i modi di vivere delle persone furono drasticamente differenti. Le situazioni più complicate vennero a trovarsi nelle famiglie monoparentali in cui lavorava solo la madre, che doveva nutrire i bambini e spesso anche i suoi genitori. Tutte le famiglie dovettero lottare strenuamente per la sopravvivenza durante il soggiorno forzato. Il 15% di coloro che erano stati costretti a lasciare l’Estonia in quel marzo 1949 morì durante la deportazione.
La situazione dei deportati cominciò a cambiare dopo la morte di Stalin nel 1953. Nel 1954 si iniziò a concedere ai primi deportati di ritornare a casa, ma la liberazione massiccia arrivò solo nel 1957 e nel 1958. Gli ultimi deportati sopravvissuti poterono tornare in Estonia nel 1965.
Ma tale libertà non consentì loro di riappropriarsi delle precedenti proprietà, che nel frattempo erano state confiscate, a meno di rarissimi permessi speciali concessi dal Consiglio dei Ministri dell’Estonia sovietica. Agli ex deportati fu anche proibito di stabilirsi a Tallinn, Tartu, nelle città maggiori, nelle isole e nelle zone di frontiera. Diversi divieti e restrizioni avrebbero poi accompagnato queste persone in tutti gli anni a venire.

mercoledì 9 maggio 2012

Quota estone del 22% in centrale nucleare lituana

Il Consiglio dei Ministri della Lituania oggi ha approvato il piano per la costruzione della nuova centrale nucleare di Visaginas. Secondo l’accordo di concessione, la Lituania deterrà una quota del 38%, l’Estonia del 22% e la Lettonia del 20%. Secondo quanto riportato dalla lituana Delfi, il resto sarà fornito dall’investitore giapponese-americano Hitachi.
Il Ministro dell’Energia della Lituania Arvydas Sekmokas ha affermato che la costruzione della centrale avrà inizio nel 2015. Il passo successivo è demandato al Parlamento lituano, affinché decida il passaggio a tale strategia.
L’intero progetto sarà finanziato in tre rate. 62 milioni di Euro saranno stanziati durante i 12 mesi successivi alla decisione parlamentare. Seguiranno altri 150 milioni di Euro nei successivi 18 mesi. La somma restante di 5 miliardi di Euro, infine, sarà stanziata entro il 31 marzo 2015.