Ognuno di noi, almeno per una volta nella propria vita, avrà certamente sentito l’espressione “voler bene come ad un fratello”, in qualche contesto dove si vuole esprimere un sentimento di amicizia più profondo ed affettuoso del solito. In realtà questa espressione è inesatta, perché a differenza degli “amici” ai quali vogliamo bene “per scelta”, i “fratelli” e le “sorelle” sono persone alle quali almeno inizialmente vogliamo bene “per obbligo” o “per dovere”. Nella categoria dei fratelli e delle sorelle, poi, rientrano anche i compagni di classe dello studente, i colleghi del lavoratore, i commilitoni del soldato, i vicini di casa e tutte quelle persone che in generale, per un motivo o per l’altro, condividono con noi alcuni periodi della vita. Insomma, tutte quelle persone alle quali “dovremmo” voler bene, anche se non sempre sono degli amici, perché potrebbero esserci utili e perché se stanno bene loro fanno stare bene anche noi come conseguenza. Naturalmente, per il medesimo motivo, non dovremmo mai sottrarci dal fare un favore ad un collega in ufficio o dal prestare qualcosa che il vicino di casa ci chiede, altrimenti non potremmo più contare su tali persone qualora fossimo noi ad avere bisogno del loro aiuto.
I principali “fratelli” degli Estoni, anche se non sempre sono o sono stati tutti degli “amici”, sono i Russi ed i Finlandesi. Entrambi sono “fratelli maggiori”, sia nel numero degli individui, che nel confronto delle estensioni di Russia e Finlandia in paragone con l’Estonia. Nel gironzolare per l’Estonia, d’estate, i turisti che maggiormente abbiamo incontrato proprio dovunque sono per l’appunto i Russi ed i Finlandesi. Lo si intuisce facilmente dal numero di automobili con targhe non estoni che circolano o lo si rileva dalle lingue prevalenti che si ascoltano nei ristoranti, nei bar, all’aeroporto o nei negozi, dove tra l’altro un buon 40% delle monete che ti danno come resto quando paghi in banconote sono sempre Euro della Finlandia. Questo argomento è stato tema di approfondite discussioni con autorevoli fonti estoni e, mettendo insieme i vari riscontri, ecco come appaiono agli occhi della popolazione locale i Russi ed i Finlandesi quando arrivano come turisti o visitatori.
I Russi vengono in Estonia per numerosissime ragioni. I turisti comuni per vedere un Paese dell’Unione Europea confinante con loro, dove i prezzi sono più bassi che altrove e dove loro, i Russi, non hanno particolari problemi ad esprimersi nella loro lingua. Il loro comportamento è generalmente rispettoso; alcuni approfittano per fare un po’ di compere, ma in molti sembrano sinceramente attratti anche dalle iniziative culturali, dai musei e dall’arte. Poi ci sono i Russi che, oltre ai giri turistici, vengono anche a saggiare le possibilità finanziarie o imprenditoriali, perché vedono nell’Estonia un territorio a loro vicino, un luogo dell’Unione Europea ed uno Stato con leggi tanto essenziali quanto liberali dove poter provare a svolgere un’attività senza eccessivi problemi.
I Finlandesi che vengono in Estonia si possono dividere in tre categorie, tutte uguali per numero di appartenenti. Il primo gruppo è quello dei turisti veri e propri, che quasi sempre ripartiranno con il proposito di ritornare prima o poi. La prima volta che appoggiarono i loro piedi in Estonia forse erano pervasi anche da un certo “complesso di superiorità” verso questo piccolo Paese dove si parla una lingua imparentata con la loro. Ma poi (alla pari di certi transalpini, che pur esprimendo costante sprezzo verso l’Italia, amano gli spaghetti e la pizza e continuano a venire tutte le estati a sud delle Alpi), si sono un po’ ricreduti e la scoperta di tante belle sorprese ha finito per prevalere sul malanimo o sui pregiudizi. Il secondo gruppo è quello di certi abitanti della zona di Helsinki che, in mezz’ora di aereo o in due ore di nave, arrivano a Tallinn: fanno compere mirate in determinati posti (cercando quasi sempre di tirare sul prezzo al momento di pagare il conto), se c’è tempo fanno un giretto, mangiano al ristorante ed infine tornano in Finlandia perfino alla sera dello stesso giorno nel quale sono arrivati. Il terzo gruppo è quello che arriva con il traghetto al porto di Tallinn, riempie il bagagliaio del proprio veicolo con scatoloni di vodka ed altri superalcolici, si imbarca di nuovo dopo un'ora e fa ritorno a Helsinki. Molti di questi del terzo gruppo possono addirittura tornare fino a 2 o 3 volte ogni mese e nemmeno hanno bisogno di uscire dall’area portuale di Tallinn, perché già lì trovano numerosi ed enormi negozi di superalcolici, dove sono sempre accolti dai venditori a braccia spalancate e con sorrisi smaglianti.
...va dalla macchina russa a quella polacca. Il luogo di queste fotografie era un parcheggio pubblico di Kaali (Estonia, isola di Saaremaa), verso l'ora di pranzo del 4 agosto 2016. |
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