domenica 22 gennaio 2012

Lazio: la Regione con gli abitanti che non esistono

Il seguente dibattito è completamente immaginario, ma serve all’autore di questo articolo ad inquadrare bene il senso della questione.
Ci troviamo in una scuola primaria (elementare) di una qualsiasi località italiana distante da Roma più di 200 km. L’insegnante sta interrogando in geografia l’alunno Pierino, che in questa materia è il più bravo della classe:
Insegnante - Mi fai l’elenco dei fiumi piemontesi?
Pierino - Po, Dora Riparia, Dora Baltea,…
Insegnante - Benissimo. Ora dimmi, dove vivono i Siciliani?
Pierino - A Palermo, Catania, Messina…
Insegnante - Perfetto, basta così. Chi sono i Laziali?
Pierino - Quelli che certe domeniche vanno allo Stadio Olimpico di Roma con le bandiere e con le sciarpe biancocelesti!
Il Lazio, fatta eccezione per l'anomalia Regione-Basilicata-abitanti-Lucani, costituisce una situazione del tutto peculiare nell’immaginario collettivo delle Regioni italiane, che amministrativamente esistono solo dal giugno 1970 sebbene storicamente siano antecedenti. La specialità è che gli abitanti non sono mai chiamati con il corrispettivo grammaticale linguistico di Laziali, ma Tusci o Viterbesi quelli del nord-ovest, Sabini quelli del territorio di Rieti, Ciociari quelli del bacino dei fiumi Sacco e Liri e Pontini quelli di sud-sud-ovest. Naturalmente Romani sono quelli della Provincia di Roma; ma tale definizione, a mano a mano che ci si allontana, si estende sempre più fino a racchiudere completamente in sé il concetto degli abitanti di tutta la Regione. L'aggettivo sostantivato di Laziali invece è riferito quasi esclusivamente agli atleti o ai simpatizzanti della "Società Sportiva Lazio".
MANCANZA DI IDENTITA’ REGIONALE
La posizione geografica della città eterna nel bel centro del territorio crea un completo offuscamento sul resto della Regione, che invece è ricchissimo di motivi d’interesse di ogni tipo. Anche senza Roma, al Lazio-regione non manca nulla delle principali basi geografiche: laghi vulcanici, laghi morenici, montagne dove si può sciare, colline, pianure, fiumi, mare, e perfino un arcipelago. Ed ancora, le vestigia etrusche, le ville di Tivoli, i Colli Albani, i monasteri, le cascate, l’unico porto dove passano i treni che congiungono la Sardegna con il continente, industrie ed attrazioni varie dipingono il Lazio come luogo di primario valore culturale, turistico, lavorativo e finanziario. Le tradizioni paesane in taluni posti sono molto più forti e sorprendenti di quanto non si possa immaginare, il cibo è eccellente e la gente sicuramente più affabile ed estroversa di altre dell’Italia centrale.
Ma, come si può vedere nella serie di mappe illustrative in fondo, fino all’avvento del Fascismo nel terzo decennio del ventesimo secolo, il nome neanche appariva sulla carta geografica amministrativa. “Roma”, si leggeva, in questo territorio completamente arretrato e sofferente per oltre un millennio di dittatura papale, al quale di fronte al progresso tecnologico del resto del mondo facevano da contraltare analfabetismo, popolazioni stremate dalle tasse, generazioni decimate dalle guerre e dalla malaria: in generale, una miseria assoluta.
LA POLISPORTIVA LAZIO
Esattamente nell’anno 1900, quando ancora non era nato il Lazio-regione, fu data alla luce la Lazio-società polisportiva. Era il primo sodalizio italiano non caldeggiato da circoli nobiliari o da ricca borghesia, bensì nato su basi popolari ed accessibile a tutti. La Lazio adottò i colori bianco e celeste in onore delle prime Olimpiadi moderne che si erano tenute ad Atene nel 1896; il simbolo fu l’Aquila, in rappresentanza della città di Roma con lo sguardo rivolto verso il mondo. Per quasi 30 anni la Lazio fu l’unica società calcistica dell’Italia peninsulare in grado di arrivare alle fasi finali per l’assegnazione del titolo nazionale. I calciatori a quell’epoca andavano in trasferta pedalando coraggiosamente in bicicletta diverse centinaia di chilometri, giocavano le partite e poi tornavano a Roma, sempre pedalando. L'"Associazione Sportiva Roma" sarebbe nata solo nel 1927 ed avrebbe raccolto proseliti tra i Romani più rumorosi, arroganti e sciovinisti, agli occhi altrui talvolta simpatici ed altre volte odiosi proprio per tali motivi.
LA REGIONE LAZIO
Nel 1923 il Fascismo, forse nel lungimirante intento di creare una città-metropolitana dentro ad una regione degna di contenerla (come negli Stati Uniti è Washinton-D.C. all’interno della Virginia) , sottrasse 1.447,45 kmq all’Umbria (Circondario di Rieti nel contesto della Provincia di Perugia) che, insieme ad altri 1.304,65 kmq sottratti agli Abruzzi nel 1927 (Circondario di Cittaducale) andarono a costituire la Provincia di Rieti. Sempre nel 1927 furono tolti ulteriori 2.316,15 kmq alla Campania: il Circondario di Sora fu aggregato alla Provincia di Frosinone, mentre il Circondario di Gaeta insieme ad alcune mutilazioni del territorio romano andarono a costituire nel 1934 la nuova Provincia di Littoria (dal 1945 Latina). Due anni dopo, Littoria si arricchì anche delle Isole Pontine tolte alla Provincia di Napoli. Nel nordovest il Governatorato di Roma aveva dovuto rinunciare al territorio dell’antica Etruria meridionale. La “fascista” Viterbo ebbe la meglio sulla “socialista” Civitavecchia quale sede della nuova Provincia, facendo nascere un risentimento campanilistico che dura ancora oggi – e che invece prima non c’era – tra due città che curiosamente hanno il nome etimologicamente simile (Viterbo, da Vetus urbs, significa “Città vecchia”, proprio come Civitavecchia).
Il Lazio era nato, ma era ed è tutt’ora l’unica Regione italiana che lungo tutti i suoi confini subisce l’influenza storica, culturale e linguistica dei rispettivi territori confinanti e non si espande mai al di là della linea di demarcazione: il Viterbese è una continuazione della Toscana maremmana; Rieti dell’Umbria; il meridione di Frosinone e di Latina ricevono più di una semplice impronta dalla Campania. E’ molto curioso, per un visitatore attento, notare come, viaggiando verso sud, pur rimanendo sempre nel Lazio ad un certo punto ed all'improvviso iniziano una serie di 67 comuni dove la gente parla un dialetto napoletano, tifa per il Napoli e legge il quotidiano “Il Mattino” più de “Il Messaggero”. Le principali località in detta area sono Sora e Cassino (Frosinone) e Fondi, Gaeta e Formia (Latina).
LA POPOLAZIONE
A riconferma del fatto che il Lazio sia una Regione artificiale, recente ed anomala, si rifletta sui dati demografici dei 5 comuni con maggior numero di abitanti (dati ISTAT del 30.04.2011):
1 - Roma RM, 2.768.415 abitanti;
2 - Latina (dal 1932 al 1945 Littoria) LT, 119.895 abitanti;
3 - Guidonia Montecelio RM, 84.293 abitanti;
4 - Fiumicino RM, 71.829 abitanti;
5 - Aprilia LT, 70.736 abitanti.
La numero 2 è una città fondata ex novo nel 1932, la numero 3 è una città fondata ex novo nel 1937, la numero 4 è la secessione di una ex circoscrizione del Comune di Roma nel 1992 e la numero 5 è una città fondata ex novo nel 1936. Le altre località più celebri, anche da migliaia di anni (Viterbo, Frosinone, Tivoli, Civitavecchia, Anzio, Frascati, Terracina, Cassino, Gaeta, Rieti, Bracciano, Mentana, ecc.), sono state tutte surclassate dalle città di fondazione nate nel ventennio fascista.
Le contraddizioni, gli equivoci e la confusione continuano.

9 commenti:

  1. Ti riconosco volentieri di aver fatto un gran bel post!

    RispondiElimina
  2. Claudio Franchini24 gennaio, 2012

    Bellissimo! Complimenti. lo rileggero con calma per individuare alcuni punti da approfondire e commentare. Se non ti dispiace lo trasmetterò a qualcuno
    Claudio

    RispondiElimina
  3. Amedeo (Sora)24 gennaio, 2012

    Tutto verissimo e sacrosanto!!!
    Per chi ha dimestichezza con i prefissi telefonici i comuni ex napoletani della provincia di Latina hanno i numeri che iniziano con 0771 mentre gli altri iniziano con 0773. In provincia di Frosinone i prefissi telefonici dei comuni ex napoletani iniziano con 0776 mentre gli altri iniziano con 0775.
    Inoltre in provincia di Frosinone c'è ancora un comune che si chiama "San Giovanni Campano".
    Infine ricordo che un mio concittadino celebre (Vittorio De Sica) pur essendo nato in provincia di Frosinone per tutta la vita si è sempre dato da fare per essere percepito come "napoletano".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Monte San Giovanni Campano", mi pare.
      Riguardo alla segnalazione su Vittorio De Sica (che comunque a Napoli vi crebbe), in compenso il figlio Christian De Sica si è sempre sforzato di sembrare un romano verace, ristabilendo così una certa equidistanza tra Roma e Napoli del luogo di nascita del padre.

      Elimina
  4. E' una ricostruzione singolare ma anche accantivante. Sembra proprio che per un destino beffardo Mussolini abbia inventato il Lazio, ma inventando anche la Roma (ed il dualismo romanisti-laziali) ha condannato gli abitanti del Lazio a non avere un nome. Si potrebbe inventare il termine laziesi per porre fine all'ambiguità.

    RispondiElimina
  5. L' ottagono del Lazio e' brutto e sbagliato oltre che <>. Sotto ci sono gli stemmi di Rieti e Viterbo che invece nella mappa stanno sopra e sopra ci sono Frosinone e Latina che invece dovrebbero stare sotto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima osservazione. Sarebbe interessante sapere se il disegnatore del simbolo lo abbia fatto di proposito oppure sia un semplice refuso che poi è andato avanti.

      Elimina
  6. Claudio Franchini28 gennaio, 2012

    Ricordiamo anche il fatto che nel 500 la zona sud del Lazio era divisa amministrativamente nella provincia di Campagna e Marittima che aveva Pontecorvo e Terracina come centri capoluogo e i limiti geografici della provincia erano considerati in Campania

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ancora prima, nell'Impero sotto Augusto, il Lazio neanche esisteva. Il censimento parlava di una Regio I, che convenzionalmente viene tramandata come LATIUM ET CAMPANIA. Il limite settentrionale erano i fiumi Tevere ed Aniene. Nella Roma di oggi, il Vaticano ed i quartieri Trastevere, Portuense ed Aurelio addirittura starebbero nella regione ETRURIA, mentre i quartieri Salario, Nomentano e Bufalotta addirittura nella regione SAMNIUM.
      E dunque anche la Lazio calcio, sia intesa come campo di gioco che come campo di allenamento a Formello, starebbe fuori del Lazio.
      Ma gli equivoci dall'antichità alla toponomastica odierna sono molteplici. Per esempio a quei tempi la CALABRIA era la Puglia e non la Calabria attuale.

      http://www.telemaco.unibo.it/rom/italia/latium.htm

      Elimina

Palun, sisestage oma kommentaar...
Per favore, lasci un commento qui...
Please, enter Your comment...