giovedì 18 dicembre 2014

Perché Giulietto Chiesa non è gradito in Estonia

Nei giorni scorsi è balzata agli onori delle cronache la vicenda del fermo a Tallinn del giornalista ed ex parlamentare italiano Giulietto Chiesa. 
I fatti 
Giulietto Chiesa, sebbene a conoscenza e consapevole di essere persona non grata in Estonia, ha sfidato la sorte recandosi a Tallinn da Amsterdam, lunedì 15 dicembre 2014, con le intenzioni di intervenire in serata al club Impressum, in una pubblica conferenza sul tema “L’Europa deve aver paura della Russia?”. Il club Impressum è noto alla polizia estone per essere esplicitamente appoggiato dalla SVR (Služba Vnešnej Razvedki, l’agenzia di intelligence russa che opera all’estero). Giulietto Chiesa è stato fermato dalla polizia estone per violazione del divieto d'ingresso nel territorio nazionale, portato in ufficio per gli accertamenti ed il procedimento di rito ed infine, dopo poche ore, rilasciato con un provvedimento di espulsione immediata a suo carico. Giulietto Chiesa ha lasciato l’Estonia in treno, con direzione verso Mosca.
I motivi 
Chiesa, classe 1940, in passato è stato corrispondente per più di 20 anni da Mosca, per conto dei giornali l’Unità e La Stampa. Era stato un esponente del Partito Comunista Italiano fino al 1991 e nel quinquennio 2004-2009 arrivò ad essere eletto parlamentare europeo. Nel 2009 provò a rientrare nel Parlamento Europeo candidandosi in Lettonia nel partito estremista Per i Diritti Umani in una Lettonia Unita (Apvienība Par cilvēka tiesībām vienotā Latvijā), ma non è stato eletto.
Il politico e giornalista italiano era già stato ospite del club Impressum a Tallinn nel 2008 e nel 2011.
Nel 2008 presentò il suo libro «Zero», dichiarando che l’amministrazione degli Stati Uniti d’America era stata complice degli attacchi dell’11 settembre 2001 ed elogiando Arnold Meri, veterano colonnello dell’Armata Rossa sovietica che invece è stato riconosciuto responsabile di crimini contro l’umanità con sentenza passata in giudicato, per aver rivestito un ruolo attivo e direttivo durante le deportazioni di massa di popolazione estone verso l'Asia centrale, negli anni 1940.
Nel 2011 presentò il suo libro «Il candidato lettone. Inedite avventure di un alieno in Europa» e si dilungò in una profonda disapprovazione sulla vicenda della rimozione del monumento sovietico conosciuto come soldato di bronzo. Chiesa inoltre giustificò l’aggressione della Russia alla Georgia ed invocò il riconoscimento delle autoproclamate repubbliche separatiste di Abkhazia ed Ossezia Meridionale.
Quest’anno Chiesa ha difeso l’annessione alla Russia della penisola di Crimea ed è arrivato a chiedere addirittura il supporto internazionale alla Russia per la sua attività destabilizzante nell’Ucraina orientale.
Insomma, un sovversivo che in un piccolo Paese come l'Estonia, che ha già caramente pagato 50 anni di occupazione sovietica con più di un terzo della sua popolazione (uccisa, deportata e sostituita con la forza da altri gruppi etnici), è stato percepito anche come provocatorio e pericolosissimo per l'unità nazionale. Una di quelle persone che in Italia ricevono regolarmente appannaggi vari, stipendi, pensioni, favoritismi eccetera eccetera eccetera, mentre nella brillante Estonia (ai primi posti al mondo in materia di libertà di espressione) non hanno esitato a mandare via in poche ore e con un bel calcio nel sedere.

4 commenti:

  1. Provo a mettere altra carne al fuoco con il contenuto, poco noto, di questo link:
    http://www.trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it/index.php/cronaca/1445-giancarlo-lehner-giulietto-chiesa-un-provocatore

    Faccio anche notare che la notizia dell'arresto e della successiva espulsione di Giulietto Chiesa ha provocato, tra i giornalisti, reazioni molto più blande di quanto sarebbe stato lecito attendersi. E forse anche questo significa qualcosa.

    Dopo il rilascio Chiesa ha parlato di atteggiamento fascista da parte dell'Estonia. Strano: io avrei parlato piuttosto di atteggiamento di stampo sovietico. Non è che forse si tratta semplicemente della stessa cosa? Certo che il sentire o leggere la parola fascista nel 2014, in Estonia, ci fa tornare indietro di 50 anni, l'epoca mentale in cui è ancora radicato il signor Chiesa.

    L'Estonia non vieta l'ingresso sul suo territorio a chi è pro Putin o filorusso; non si condannano le idea e certe idee cadono da sole. Ma Giulietto Chiesa è realmente un provocatore e, essendo stato stipendiato in passato dall'Unione Sovietica, ha come minimo un conflitto di interesse.

    E poi c'è modo e modo di sostenere certe idee. Io sono un indipendentista e credo sia giusto che la Crimea si possa esprimere per un'annessione alla Russia, ma un'annessione armata è un'altra cosa.

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    1. La notizia è arrivata a noi tramite agenzie stampa russe tradotte. La prova è che sia l'ANSA, che La Stampa, che Repubblica abbiano scritto "Tallin" con una enne e che poi siano state ricopiate da tutti gli altri. Nessuno che si sia preso la briga di indagare. E tutti a parlare di arresto, laddove si tratta esattamente del contrario. Arresto è quando si vuole rinchiudere una persona in uno spazio limitato, per farla redimere e/o per punirla, mentre il Signor Chiesa è stato solo identificato e poi espulso.
      Sulla Crimea siamo d'accordo, ma non è questo il motivo focale. E nemmeno le questioni del Donbass, tanto è vero che il club Impressum a Tallinn continua a svolgere la sua attività liberamente, pur trattandosi si una spina nel fianco. Il motivo per il quale il Signor Chiesa non è gradito in Estonia è quello di aver difeso a spada tratta Arnold Meri, Estone per nascita e Giuda per scelta, che con i gradi di colonnello sovietico si rese responsabile della morte di tanti Estoni innocenti.
      Quanto alle etichette "fascista" e "nazista" affibbiate all'Estonia, sono ancora più risibili se si pensa che sono state coniate dalla propaganda russa. Facendo finta di dimenticare che l'Italia "fascista" di Benito Mussolini fu il primo Paese europeo a riconoscere ufficialmente l'Unione Sovietica (febbraio 1924) e facendo finta di dimenticare che il ministro degli esteri "nazista" von Ribbentrop firmò accordi che preannunciavano stermini e genocidi in mezza Europa a Mosca (agosto 1939) e non a Tallinn.

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    2. Mi permetto di segnalare un altro caso di persona non grata in Estonia. Si tratta di Erkki Johan Bäckman.
      Leggendo quanto riportato su questa pagina di Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Johan_B%C3%A4ckman) ci si può fare un'idea della bizzarria del personaggio.

      Tema annoso quello di Tallinn/Tallin. Me ne sono occupato più volte anche sul mio blog e sono giunto alla conclusione che il giornalismo italo-padano non sia riformabile, o almeno non in tempi ragionevolmente brevi.

      In ogni caso i modi in cui è stata data la notizia dell'espulsione di Chiesa ci fa capire che abbiamo seri problemi a livello di informazione, e il tema è generale, visto che ormai funziona tutto in termini di copia-e-incolla.

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    3. Grazie per la segnalazione su Erkki Johan Bäckman, che non conoscevo.
      Dai vaneggiamenti che porta avanti non si capisce bene se sia perennemente ubriaco o sazio di vodka.

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