giovedì 31 gennaio 2013

I mesi dell'anno in Estonia, Finlandia ed Ungheria

Se nella denominazione dei giorni della settimana il paganesimo ha prevalso per cinque settimi (Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere) sul cristianesimo (Shabbat, il riposo ebraico e Dominus, Signore), l’elenco dei mesi dell’anno così come lo conosciamo oggi è stato ereditato in toto da Roma antica precristiana. A differenza di quanto è accaduto per i giorni, tramandati verso le sole lingue neolatine ad eccezione del Portoghese, la terminologia romana dei mesi ha trovato addirittura spontanea importazione da una nutrita porzione di idiomi del pianeta: il mese di Giano, il mese della purificazione (Februus), il mese di Marte, il mese che apre, il mese di Maia, il mese di Giunone, il mese di Giulio Cesare ed il mese di Ottaviano Augusto sono i primi 8. 
Arrivando all’ultimo quadrimeste troviamo dei nomi d’ispirazione numerale. Assuefatti dall’abitudine, abbiamo quasi dimenticato di notare che i numeri sette, otto, nove e dieci hanno dato il nome ai mesi numeri nove, dieci, undici e dodici. Tale sfalsatura scaturisce dal cambio di decorrenza del periodo iniziale dell’anno che in un certo momento era avvenuto, ma senza che ciò potesse influenzare sull’ormai consolidato nome di ciascun mese. 
Se volgiamo l’attenzione sulle lingue ugrofinniche, notiamo che se nei giorni della settimana l’Estone ha deciso di portare avanti la tradizione endemica, con il Finlandese invece un po’ soggiogato dall’influenza straniera (svedese, in particolare), per quanto concerne la lista ufficiale dei mesi dell’anno la situazione appare invertita. L’Estonia infatti, con il raggiungimento dell’indipendenza dall’Impero Russo, ha abbracciato il calendario gregoriano accettando nel contempo di entrare nei ranghi dell’eredità latina per quanto riguarda la nomenclatura dei mesi, laddove la Finlandia ha invece scelto di non rinunciare ai suoi nomi tradizionali. Ecco lo schema dei mesi negli stati ugrofinnici indipendenti, secondo la terminologia ufficiale:
Prima della sua indipendenza del 1918, l'Estonia aveva tuttavia due calendari locali. Essi non erano ufficiali, in quanto l’Estonia apparteneva alla Russia zarista, che in virtù di un trattato del 1721 concedeva l’utilizzo formale soltanto del Tedesco; tuttavia i calendari locali erano perfettamente conosciuti e tramandati oralmente dalla gente comune. Il primo (Eesti rahvakalender = Calendario nazionale estone) era quello convenzionale, mentre il secondo (Maavalla rahvakalender = Calendario nazionale rurale) era maggiormente diffuso nelle campagne e si rifaceva all’antico culto della terra. 
Li riportiamo nella tabella sottostante, consapevoli che tuttavia potrebbero mancare altre denominazioni locali del Maavalla rahvakalender che non siamo arrivati ad apprendere. E’ interessante notare la vicinanza con il calendario finlandese, tanto per il comune spirito ancestrale, quanto per le affinità lessicali:

sabato 26 gennaio 2013

I giorni della settimana in alcune Lingue Ugrofinniche

In Estone ed in Võro i primi quattro giorni della settimana hanno un significato numerale: da lunedì a giovedì sono il primo giorno, il secondo giorno, il terzo giorno ed il quarto giorno. Il venerdì è il giorno dedicato a Freyja, la dea dell’amore nella mitologia norrena che ha ispirato le lingue germaniche (cfr. Friday in Inglese e Freitag in Tedesco). Il sabato significa il giorno del bagno e la domenica il giorno sacro
In Finlandese il mercoledì significa in mezzo alla settimana, mentre il sabato segue la linea del giorno del bagno. Lunedì, martedì, giovedì e domenica provengono dal lessico germanico, arrivato attraverso lo Svedese (Måndag, Tisdag, Torsdag e Söndag). 
Il Careliano segue l’interpretazione estone, con sostanziali differenze per venerdì e sabato, dove è evidente la contaminazione linguistica russa (Пятница pjatnica e Cуббота subbota). 
L’Ungherese segue la logica numerale per i primi cinque giorni, dove però mercoledì, giovedì e venerdì sono stati presi in prestito dalle lingue slave e poi modificati. Sabato è il giorno del sole e domenica il giorno della fiera (somigliante al Turco Pazar).

venerdì 25 gennaio 2013

Ridere...

(EE) - Habemesse naerma.
(IT) - Ridere sotto i baffi.

Insieme agli Italiani, ridono sotto i baffi anche gli Sloveni (Smejati se v brk) ed i Turchi (Bıyık altından gülmek).
Gli Estoni invece ridono in barba, in compagnia degli Svedesi (Att skratta i skägget), dei Romeni (A-şi râde în barbă) e dei Cechi (Smát se pod fousy).
I Francesi se la ridono sotto il cappotto (Rire sous cape) e gli Inglesi nella manica (To laugh up one's sleeve).
Ridono nel pugno ad Amsterdam (In zijn vuistje lachen), a Berlino (Sich ins Fäustchen lachen) ed a Varsavia (Śmiać się w kułak).
Più discretamente, gli Spagnoli se la ridono dentro (Reír para sus adentros).

martedì 22 gennaio 2013

Dei semi e dei raccolti

(EE) - Kuidas külvad, nõnda lõikad.
(IT) - Ciò che si semina si raccoglie.
(GB) - As you sow, so shall you reap.
(FI) - Mitä kylvät, sitä niität.
Si tratta probabilmente di uno dei più antichi modi di dire del mondo. Lo si ritrova citato diverse volte nella Bibbia (a cominciare da Osea 8, 7), poi in Grecia da Aristotele (Retorica 1406b, 10) e da Platone (Fedro 260cd), infine a Roma da Cicerone (De oratore 2, 65, 261). 
In Estone, tuttavia, il detto è sottilmente diverso. Infatti nella traduzione letterale risulterebbe come si semina, si raccoglie; dunque il modo di seminare (che presuppone un seme sicuramente buono) e non il seme (che potrebbe essere buono o cattivo). 
Curiosamente, la versione inglese corre all’unisono con quella estone, mentre quella finlandese va a braccetto con quella italiana.

venerdì 18 gennaio 2013

La popolazione dell’Estonia scende ulteriormente per l’emigrazione

Il massimo numero di emigrati degli ultimi dieci anni ha contribuito a far diminuire la popolazione dell’Estonia di ulteriori 7.915 unità nel 2012, secondo i dati preliminari rilasciati da Statistiche Estonia oggi.
Considerando nati, morti, emigrati ed immigrati, infatti, al 1° gennaio 2013 la cifra della popolazione totale è di 1.286.540 abitanti, mentre i dati dell’ultimo censimento della popolazione e delle abitazioni, che utilizzava come data di riferimento il 31 dicembre 2011, riferivano di 1.294.455 abitanti. 
Un fattore importante nel calo dello scorso anno è stata l'emigrazione, con 10.871 persone che sono andate via (ben 4.657 in più rispetto al 2011). Nel frattempo, 4.416 persone sono immigrate in Estonia nel 2012, portando dunque il bilancio con una perdita di 6.455 unità. 
Relativamente ai nati vivi (14.054) ed ai morti (15.514), si conferma il calo costante iniziato dal 1991. 
In controtendenza – ma fa storia a sé – il numero degli abitanti a Tallinn. L’ufficio anagrafico riferisce che è ufficialmente arrivato a 419.830 al 1° gennaio 2013, con un incremento di 3.686 unità rispetto alla fine del 2011, quando erano 416.144. Tuttavia si consideri che il numero delle persone presenti a Tallinn alla fine del 2011 era di 393.222 abitanti: quest’ultima cifra, e non i dati dei residenti all’anagrafe, è quella ritenuta ufficiale nel censimento del 2011.

mercoledì 16 gennaio 2013

Nati e morti nel 2012 in Estonia

In un comunicato stampa, il Ministero dell’Interno estone ha fatto sapere che nel corso del 2012 15.514 sono state le persone morte e 14.054 quelle nate. Nel 2011 i morti erano stati 15.266 ed i nati 14.713.
Negli ultimi 20 anni solo una volta i nati hanno superato i morti: nell’anno 2010, con 34 nati più dei morti. 
I nomi maggiormente assegnati alle persone nate, nel 2012, sono stati Rasmus (114), Robin (85) e Nikita (82) per i bambini e Sofia (124), Maria (76) e Laura (69) per le bambine.

lunedì 14 gennaio 2013

Ilves: il Federalismo non è uno spauracchio

Il Presidente dell'Estonia Toomas Hendrik Ilves
Parlando del destino dell’Unione Europea, in una intervista pubblicata sul Postimees di oggi, il Presidente dell’Estonia Toomas Hendrik Ilves ha detto di non capire quella gente che ha paura quando incontra la parola federalismo
- Il Federalismo - ha detto Ilves - è un concetto portato in vita 200 anni fa dagli statisti statunitensi John Jay, James Madison ed Alexander Hamilton. A quel tempo, gli Stati Uniti d’America si trovarono ad affrontare il problema di come rassicurare i piccoli stati che sarebbero stati presi in considerazione e, nel contempo, i grandi stati che i loro interessi non sarebbero stati trascurati. 
- La mia preoccupazione per il concetto di federalismo è che solo pochi capiscono cosa significhi realmente. Questo strumento, serve come protezione del piccolo, non il contrario. E finché il concetto non sarà chiarito, ci saranno populisti e geni che sfruttano l’ignoranza in ogni nazione.
Ha proseguito Ilves: - In una federazione la maggioranza delle decisioni saranno adottate più a livello locale che a Bruxelles. Preferisco non dire determinate a Bruxelles, perché in realtà chi decide a Bruxelles sono i primi ministri di Estonia, Italia, Danimarca e Lussemburgo. 
Infine Ilves ha criticato l’ipotesi di elezioni dirette per la presidenza dell’Unione Europea: - Non può essere, altrimenti il presidente eletto direttamente sarà sempre un Francese, oppure un Portoghese, o uno Spagnolo, o un Italiano, o un Rumeno che ha imparato il Francese senza sforzo. Sarebbe una ripetizione continua.