Esattamente trent'anni fa, nel gennaio 1989, l'ultimo censimento dell'Unione Sovietica rilevò che in Estonia risultavano 1.565.662 residenti. Fu il numero più alto di sempre, sia prima che dopo.
C'erano circa 100.000 donne in più rispetto agli uomini. Di tutti i residenti il 61,5% erano Estoni, il 30,3% erano Russi, seguiti da Ucraini, Bielorussi e Finlandesi. Meno di 10.000 appartenevano a vari altri gruppi etnici, i più piccoli dei quali erano i Cechi ed i Vepsi con 37 ciascuno.
Il censimento del 1989 fu l'ultimo dell'Unione Sovietica, eseguito su ordine di Mosca. All'Archivio Nazionale di Rakvere i documenti del censimento del 1989 riempiono scaffali su scaffali.
Secondo Allan Puur, professore di demografia all'Università di Tallinn, contare i residenti dell'Estonia è stato più facile allora perché i confini erano chiusi, il movimento delle persone era più facile da dirigere e controllare e perché oggi c'è molto più movimento non documentato.
Sebbene l'ordine di contare i residenti dell'Estonia fosse arrivato da Mosca, i leader dell'Estonia erano molto interessati all'esito del censimento: il Paese era al culmine della Rivoluzione Cantata, c'era un grande dibattito sugli effetti della Seconda Guerra Mondiale, sull'occupazione sovietica e sul potere di Mosca nei confronti della popolazione dell'Estonia. L'Ingria Occidentale e l'area di Petseri, ovvero il 5% del territorio dell'Estonia, era stato sottratto alla "Repubblica Socialista Sovietica Estone" per essere aggregato alla "Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa", compresi gli abitanti di quelle zone. Le perdite di popolazione dell'Estonia a causa della guerra erano state tra le più grandi in Europa, tanti dei sopravvissuti erano stati poi deportati altrove e quelli rimasti si chiedevano quanti Estoni ci fossero ancora. Secondo il professor Puur, anche il confronto con i numeri del precedente censimento del 1979 erano questioni estremamente importanti per la società in quel momento.
Regole speciali furono applicate per i militari sovietici di stanza in Estonia. Gli ufficiali ospitati negli appartamenti cittadini furono conteggiati come parte della popolazione generale, mentre quelli sottoposti a basi militari sono stati contati in modo diverso. Secondo il professor Puur, quel censimento non disse molto sul numero totale di truppe in Estonia in quel momento e forse peccò anche sull'aspetto dell'attendibilità e dell'accuratezza.
Il professor Puur ha sottolineato, infine, che l'Estonia ha anche effettuato registrazioni elettroniche del censimento dopo il crollo dell'Unione Sovietica, per iniziativa di statistici e scienziati, cosa che molte altre repubbliche sovietiche non hanno fatto.
La popolazione dunque registrò, nel 1989, il picco di tutti i tempi. Già nel decennio successivo il tasso di natalità iniziò a diminuire, il numero dei morti superò di 7.000 unità il numero dei nati per diversi anni e molti immigrati dell'era sovietica nel frattempo scelsero di andare via. Al censimento di 11 anni dopo, quindi, sarebbe stato rilevato una riduzione della popolazione di diverse centinaia di migliaia.
Sebbene l'Estonia di oggi sia ancora lontana dal traguardo di un milione e mezzo di abitanti, la tendenza si è comunque invertita negli ultimi quattro anni, soprattutto per i numeri migratori che sono diventati attivi. Al 1° gennaio 2019 la popolazione dell'Estonia è, secondo i registri demografici, di 1.323.820 unità. Si tratta, rispetto ad un anno fa, di 4.690 residenti in più.
Souvenir del 1989: biglietto della lotteria sovietica in Estonia (fronte e retro):
Nessun commento:
Posta un commento
Palun, sisestage oma kommentaar...
Per favore, lasci un commento qui...
Please, enter Your comment...