martedì 28 agosto 2018

Estonia, il Paese meno religioso del mondo

Nell'epoca precedente la cristianizzazione forzata, imposta nel XIV secolo dai Cavalieri dell'Ordine Teutonico, nell'attuale Estonia dominavano principalmente due culti di tipo animista: Taara ("Tharapita") e Maausk ("Religione della Terra"). 
Arrivati al periodo della Riforma protestante, il Luteranesimo divenne confessione ufficiale nel 1686, sebbene non ci furono consistenti conversioni poiché la Chiesa locale si associò incautamente al potere feudale svedese. La successiva dominazione russa portò l'arrivo del Cristianesimo in versione ortodossa, ma anche in questo caso la popolazione comune non si sentì molto stimolata dall'abbracciare una religione legata al potere straniero di turno. 
Il mezzo secolo di oppressione sovietica nel XX secolo, infine, non favorì certo alcuna propaganda religiosa, tanto per il fatto che il regime la considerava "oppio dei popoli", quanto per il fatto che l'indole degli Estoni è più protesa verso le questioni naturali e pragmatiche, piuttosto che su tematiche che riguardano l'aldilà o materie estranee ai problemi quotidiani. 
Al primo censimento post-sovietico del 2000, oltre il 70% degli Estoni aveva dichiarato di non professare alcuna religione; andavano poi aggiunti circa 68.000 atei dichiarati. 
Questo non significa che non sia diffusa una qualche forma di religiosità non istituzionale: secondo alcuni studi circa il 50% della popolazione crederebbe ad una qualche forma di "spirito", concezione probabilmente legata all'animismo tradizionale pre-cristiano che contribuisce ancora oggi a definire l'identità nazionale del popolo estone. 
Al censimento del 2011, la percentuale complessiva di persone non coinvolte dalla religione è rimasta sostanzialmente confermata. Ma la prima confessione più diffusa è risultata il Cristianesimo ortodosso (professato soprattutto dalla minoranza russa), che ha scalzato il Luteranesimo evangelico. Gli ultimi sondaggi confermano che più di 7 Estoni su 10 non è interessato ad alcuna religione.


Nell'immagine sottostante una curiosa combriccola eterogenea di clero estone. Da sinistra verso destra: un Cattolico, un Ebreo, due Evangelici ed un Ortodosso. Rari da incontrare singolarmente per le strade, essi hanno pronunciato alcune parole di rito il 23 agosto 2018 al Memoriale delle Vittime del Comunismo a Maarjamäe (Tallinn), preceduti e seguiti da altre autorità. L'occasione era l'anniversario dell'accordo segreto firmato da Nazisti e Sovietici a Mosca nel 1939 (Patto Molotov-Ribbentrop), 9 giorni prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
La costituzione estone garantisce la libertà religiosa e non riconosce alcuna religione di Stato.

sabato 18 agosto 2018

Ragnar Klavan, il primo calciatore estone professionista in Italia

Ceduto dal Liverpool Football Club (Inghilterra) al Cagliari Calcio proprio alla vigilia dell'inizio del campionato di calcio 2018-2019, il capitano della nazionale estone sarà il primo atleta nato in Estonia a militare come professionista nella "Serie A" italiana. 
Ragnar Klavan è nato a Viljandi il 30 ottobre 1985, è alto 186 cm, pesa 78 kg e gioca come difensore.
Questo il suo curriculum vitae da professionista, prima di arrivare a Cagliari: 2001-2002 Elva (Estonia) 25 presenze e 5 reti; 2002-2003 Tulevik Viljandi (Estonia) 28 presenze e 2 reti; 2003-2004 Flora Tallinn (Estonia) 28 presenze e 2 reti; 2004-2005 Vålerenga Fotball (Oslo, Norvegia) 2 presenze; 2005-2009 Heracles Almelo (Paesi Bassi) 97 presenze e 4 reti; 2009-2012 AZ Alkmaar-Zaanstreek (Paesi Bassi) 78 presenze; 2012-2016 Fußball-Club Augsburg 1907 (Augusta, Germania) 125 presenze e 4 reti; 2016-2018 Liverpool Football Club (Inghilterra) 39 presenze ed 1 rete. 
Dal 2003 Ragnar Klavan milita anche nella nazionale di calcio dell'Estonia, dove finora ha collezionato 124 presenze ed ha realizzato 3 reti. 
Ed ecco il suo palmarès: vincitore del campionato dell'Estonia nel 2003, vincitore del campionato della Norvegia nel 2005, vincitore del campionato dei Paesi Bassi nel 2009 e vincitore della supercoppa dei Paesi Bassi nel 2009. Per 5 volte è stato poi premiato come calciatore estone dell'anno: 2012, 2014, 2015, 2016 e 2017. 

giovedì 9 agosto 2018

I 50 nomi femminili e maschili più diffusi in Estonia (2018)

Fonte: https://www.stat.ee/public/apps/nimed/TOP

I 50 cognomi femminili e maschili più diffusi in Estonia (2018)

Fonte: https://www.stat.ee/public/apps/nimed/pere/TOP

1988, quando proposi a Gorbačëv di scambiare la Germania orientale con l'Italia meridionale

Quando nella seconda metà degli anni 1980 salì al trono di Mosca colui che sarebbe diventato l'ultimo leader dell'Unione Sovietica, ben presto il resto del mondo avrebbe iniziato a prendere confidenza con due parole russe: glasnost' (гласность) e perestrojka (перестройка), ovvero "trasparenza" e "riforme". 
Con il senno di poi, mi azzardo a dire che all'Unione Sovietica iniziarono a tremare le gambe e, nel giro di pochi anni, sarebbe iniziata la disgregazione, preceduta dal terremoto politico ed amministrativo che avrebbe colpito tutti i Paesi del Patto di Varsavia. 
In Italia si viveva il periodo di transizione fra la fine della lotta senza quartiere al terrorismo e l'inizio della fine di un sistema politico corrotto fino al midollo, che sarebbe emerso proprio in coincidenza con la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica. La novità all'interno della politica interna italiana, nella seconda metà degli anni 1980, fu l'inizio della presenza costante in parlamento della Lega Lombarda (divenuta poi Lega Nord), che a quel tempo aveva come programma una secessione del nord dal resto dell'espressione geografica "Italia". 
Proprio nell'agosto del 1988, nel corso delle mie ricorrenti scorrerie tra le pagine dell'atlante (vizio che mi portavo avanti fin da quando ero bambino e continua ancora oggi), notai una coincidenza per la quale, in termini di estensione territoriale, si poteva ipotizzare la proporzione "Italia meridionale sta ad Italia centrosettentrionale come Germania orientale sta a Germania occidentale". Per quanto riguarda la percentuale di popolazione le cose differivano, ma questo dettaglio non m'impedì l'abiogenesi in testa di un'idea pazzesca. 
Presi carta e penna e scrissi una lettera (in inglese, ma con testo iniziale e saluti finali in russo) a Mihail Sergeevič Gorbačëv, Cremlino, Mosca, URSS. Allegai un disegno dal quale ho ricavato l'attuale illustrazione e gli proposi lo scambio: dacci la Germania orientale e prenditi in cambio l'Italia meridionale. Naturalmente mi soffermai sulle motivazioni storiche ed umane, ma fui anche pragmatico sul tentativo di convincerlo per i vantaggi che avrebbe avuto il Patto di Varsavia: un confine terrestre tra le due Italie più corto di quello tra le due Germanie (e quindi più facile da presidiare), la presenza sovietica nel Mediterraneo ed una popolazione locale più docile rispetto ai Sassoni ed ai Brandeburghesi. Naturalmente, visto che nella Germania orientale c'era l'anomalia di una Berlino ovest in mano ai francoangloamericani, anche nell'Italia meridionale doveva esserci l'anomalia di una Napoli ovest. 
Nel novembre 1988 mi arrivò una inattesa e sorprendente risposta da Mosca. Non Gorbačëv in persona, ma un certo Signor Volkov suo collaboratore, mi inviò una lettera in italiano dove si esprimeva "interesse per la proposta", che comunque sembrava di "difficile attuazione" per ovvii innumerevoli ragioni. 
L'Italia meridionale rimase dunque attaccata all'Italia centrosettentrionale. Ma la Germania orientale, esattamente un anno dopo, avrebbe rapidamente iniziato un procedimento di riunificazione con la Germania occidentale.