Il reclutamento di uomini estoni nelle forze armate di un paese occupante ha avuto inizio nel 1940, quando l'Unione Sovietica dichiarò unilateralmente che tutti i cittadini della Repubblica di Estonia erano cittadini dell'Unione Sovietica. Nell’estate 1940, il Ventiduesimo Corpo Territoriale dei Fucilieri dell’Armata Rossa fu formato sulla base di 15.000 soldati dell’Esercito Estone.
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Quando iniziarono le ostilità tra la Germania e l'Unione Sovietica nel giugno 1941, il governo sovietico mobilitò circa 32.000 uomini dall’Estonia e li portò in Russia, insieme a circa 5.500 uomini del Corpo Territoriale. Questi uomini furono così resi incapaci di poter contrastare le forze sovietiche nella loro terra in Estonia. Considerati poco attendibili, essi furono fatti inquadrare in battaglioni di lavoro in Russia, dove circa un terzo morì di sfinimento e di malattie.
Nel dicembre 1941, unità nazionali estoni furono assemblate dagli uomini che arrivavano in Russia; a partire dal settembre 1942 essi furono aggregati nell’Armata Rossa come Ottavo Corpo dei Fucilieri, che in autunno arrivò ad essere composto da circa 30.000 unità, delle quali 27.000 erano Estoni.
I Tedeschi, che occuparono l'Estonia nell’estate del 1941, inizialmente non sembrarono intenzionati alla costituzione di truppe nazionali estoni. Anche le piccole unità di guerriglia, i Fratelli della Foresta, che comunque avevano combattuto al fianco della Wehrmacht durante la guerra d’estate, furono sciolte. La leadership tedesca considerava l’intera operazione bellica una guerra tedesca e quindi, in un primo momento,aveva seguito il diritto internazionale che proibiva di mobilitare la popolazione di paesi occupati. Tuttavia, quando la situazione sul fronte peggiorò e cominciavano a mancare rinforzi nelle retrovie, i Tedeschi iniziarono a reclutare persone nei territori occupati.
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Le unità estoni in seno alle forze armate tedesche si potevano suddividere in gruppi di volontari, coloro che furono costretti a servire per il loro lavoro, e coloro che erano stati mobilitati. Nel 1941-1942, i volontari formarono gruppi di protezione (in seguito chiamati Battaglioni Orientali) all'interno della Wehrmacht e gruppi di difesa (in seguito chiamati Battaglioni di Polizia), sotto la direzione amministrativa delle SS e della polizia, ma sotto la giurisdizione operativa dell'esercito. L’arruolamento volontario nella Legione SS iniziò nell'agosto 1942, ma senza successo. Con il fine di completare l'unità dell'esercito, la coscrizione divenne obbligatoria nel febbraio 1943 per gli uomini nati tra il 1919 e il 1924. Essi potevano scegliere tra aderire alla Legione SS Estone, oppure lavorare nell'industria di guerra oppure prestare servizio come membri del personale di supporto militare. Allo stesso tempo, la poliziaestone da campo fu inviata ai battaglioni di polizia per sei mesi a combattere contro i partigiani. Gli ufficiali in servizio nella Polizia di Sicurezza entrarono a far parte della Legione Estone ed i volontari della Guardia Nazionale furono riorganizzati in battaglioni di polizia. Con l’avvicinamento dell'Armata Rossa ai confini estoni, nel gennaio 1944 fu annunciata la mobilitazione. Un successivo reclutamento, nell’agosto 1944, mobilitò i diciassettenni, che entrarono a far parte dei Servizi Aerei Ausiliari (Flakhelfers).
Tuttavia, molti nazionalisti trovarono inaccettabile combattere contro l'Unione Sovietica per conto della Germania. Essi optarono per una terza possibilità, prendendo la via del mare ed andando ad arruolarsi in Finlandia nell’esercito finlandese. Le fughe verso la Finlandia aumentarono nella primavera del 1943, quando segretamente iniziò il reclutamento forzato tedesco. Nel febbraio del 1944 volontari estoni formarono il Duecentesimo Reggimento di Fanteria nell'esercito finlandese (JR 200), con circa 2.000 uomini. Ulteriori 400 Estoni entrarono nella marina finlandese. Nell'agosto 1944, la maggior parte di loro (i Ragazzi Finlandesi) fece ritorno in patria, dietro invito di circoli nazionalisti che incitavano a combattere contro l'Armata Rossa che si avvicinava.
Il numero totale degli Estoni nelle forze armate tedesche, tra cui la Guardia Nazionale, i Flakhelfers ed i Ragazzi Finlandesi fu di circa 70.000.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Estoni non ebbero mai la possibilità di combattere per un loro esercito. Andarono alla mobilitazione sovietica del 1941 soprattutto perché costretti dalla potenza occupante. Una delle ragioni per unirsi volontariamente alle truppe tedesche nelle prime fasi della guerra era il desiderio di vendetta per il Terrore Rosso e per le deportazioni in Siberia nel 1940 e nel 1941. Inoltre, unendosi ai Tedeschi ricevevano un regolare stipendio. Con le mobilitazioni tedesche successive, gli uomini furono forzati ad obbedire dalla potenza occupante, così come era avvenuto con la mobilitazione sovietica del 1941. Nel 1944, inoltre, c’era la speranza di resistere alla nuova occupazione sovietica. L’alternativa a queste due possibilità fu di fuggire in Finlandia e unirsi al suo esercito, ma questa opzione non era disponibile a tutti.
(Autore: Toomas Hiio - Traduzione da http://www.estonica.org)
Foto 1 - Artiglieri dell’Ottavo Corpo Fucilieri. Gli Estoni che combatterono per l’Armata Rossa sovietica credevano di combattere per la la loro libertà. (Foto: Archivio di Stato estone).
Foto 2 - Reclutamento di Estoni nella Wehrmacht. Tragicamente, anche gli Estoni che combatterono per i Tedeschi credevano di farlo per la loro libertà. (Foto: Archivio di Stato estone).
Foto 3 - Volontari estoni con uniformi della Finlandia nella Seconda Guerra Mondiale. Erano sia anticomunisti che antinazisti. Essi furono inquadrati nel Duecentesimo Reggimento di Fanteria, guidato dal Tenente Eino Kuusela, che aveva fatto gli studi militari in Estonia e parlava bene la lingua. (Foto: Archivio Forze Armate Finlandesi).
Tenendo conto della popolazione dell'Estonia in quegli anni (circa 1,15 milioni) suggerisco di rileggere i numeri di questo post applicando un fattore moltiplicativo 35; in tal modo sarà possibile stabilire un corretto riproporzionamento in raffronto alla popolazione italiana di quello stesso periodo (circa 42 milioni). Anche così è probabile che i valori in gioco siano stimati per difetto.
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