sabato 10 settembre 2011

Il Kalevipoeg (3/4)

Trama del Kalevipoeg
Protagonista del Kalevipoeg di Kreutzwald è il mitico personaggio del figlio di Kalev che, secondo la credenza, un giorno sarebbe tornato definitivamente dagli inferi per donare all'Estonia la sua indipendenza e quindi un'epoca di rinascita nazionale.Questi, i venti canti [lugu] che compongono il poema (Pieretto 2009):

I. Nascita di Kalev. Salme e Linda. Le nozze.
II. Malattia e morte del vecchio Kalev. Infanzia di Kalevipoeg.
III. Battuta di caccia dei figli di Kalev. Rapimento di Linda. Rientro dei figli di Kalev.
IV. Kalevipoeg parte in cerca della madre. La fanciulla dell'isola. Il canto del mare.
V. Kalevipoeg in Finlandia. La grande quercia. Vendetta contro il mago del vento finlandese.
VI. Acquisto della spada. Combattimento tra il figlio di Kalev e i figli del fabbro.
VII. Kalevipoeg ritorna in Estonia. Racconti di viaggio dei fratelli. Sulla tomba della madre e su quella del padre.
VIII. Gara fra i tre fratelli. Kalevipoeg è fatto re. La semina. Morte del cavallo di Kalevipoeg.
IX. Vendetta dei lupi. Messaggeri di guerra. Il consigliere notturno.
X. La palude di Kikerpära. Lo spirito delle acque. Pagamento del debito per la spada acquistata in Finlandia. L'anello di Ilmatar, vergine dell'aria.
XI. Kalevipoeg trasporta assi dall'altra sponda del lago Peipus. Furto e maledizione della spada.
XII. Il combattimento e il porcospino. Il lungo sonno. Il sogno. L'agnello dell'orfano. Costruzione di un ponte.
XIII. Kalevipoeg va a prendere altre assi. Discesa nel Põrgu, l'inferno. Le ancelle del Põrgu.
XIV. Viaggio nel Põrgu. Primo combattimento contro Sarvik, il diavolo. Ritorno dal Põrgu.
XV. Gli inseguitori. La giovane di Randoja. Il figlio di Olev e la costruzione di una città. Il destino delle ancelle.
XVI. La costruzione della nave Lennuk e l'inizio del viaggio in capo al mondo. Il viaggio in Lapponia e Varrak.
XVII. La spedizione militare. Battaglia di Assamalla. Accanto alle pentole dell'inferno. Festa delle figlie della fata dell'erba.
XVIII. Seconda discesa al Põrgu. Combattimento contro le creature del Põrgu. Duello tra Kalevipoeg e Sarvik.
XIX. Sarvik incatenato. Tempi felici dell'Estonia. Durante una festa, Varrak viene a prendersi un libro. Voci di guerra.
XX. Preparativi bellici. Combattimenti. I messaggeri del nemico. Morte di Kalevipoeg. Alle porte del Põrgu.

Il poema prende l'avvio da Kalev, figlio del dio Taara, il quale viene posato su una roccia della costa estone dalla grande aquila del nord:

See, kes sõitis kotka seljas,
põhjakotka tiiva peale,
lendas palju, liuges palju,
lendas tüki lõune poole,
teise tüki tõusu poole,
sõitis üle Soome mere,
liugles üle Lääne mere,
veeres üle Viru mere,
kunni õnne kohendusel,
Jumalikul juhatusel
kotkas kõrge kalju peale
viskas mehe Viru randa.

Quei che montò dell'aquila sul dorso, sull'ala dell'uccello boreale, volò a lungo, planò distanze immense volò per primo verso meridione, poi si volse e volò verso levante, sorvolò tutto il mare di Finlandia, sorvolò tutto il mare d'occidente, ed il mare di Viru sorvolò, finché, seguendo l'ordine del fato, obbedendo a un ordine divino, su un'alta roccia, l'aquila quell'uomo sulle rive di Viru abbandonò...

Friedrich R. Kreutzwald: Kalevipoeg [I: 97-108]

Kalev diviene poi re del paese di Viru (l'Estonia), prende in moglie la bellissima Linda, nata da un uovo di urogallo, ed ha da lei numerosi figli, tra cui il più piccolo Kalevipoeg, nato postumo dopo la morte del padre. Il figlio di Kalev, forte, robusto e impulsivo, si distingue da adulto per l'amore nei confronti della madre e del suo popolo, per il suo altruismo e per il coraggio.
Inaspettatamente Linda viene rapita da un mago finlandese, Tuuslar, e Kalevipoeg parte alla sua ricerca, non mostrando alcuna esitazione ad attraversare, a nuoto, il mare. Durante il tragitto ha un incontro amoroso con la «fanciulla dell'isola» [saarepiiga]. Ma quando la ragazza, anch'essa figlia di Kalev, viene a scoprire di essersi unita con il proprio fratello, si toglie la vita. Una volta giunto in Finlandia, Kalevipoeg viene a sapere che la madre è stata trasformata in un colle di granito.

Lendva kiirusega loodi
kalevite karske leski
kõrgeks kaljukivi-pakuks,
kivisambaks Iru mäele.
Elupaelukesed pääsid
lahti pikast leinapiinast,
laiast mure lepikusta,
kurvastuse kuusikusta
Ega saanud lese sängi
soome tuuslar solkimaie.

E la vedova casta trasformarono
ratti, gli dèi pietosi, in alto masso,
in macigno saldissimo di roccia,
colonna a dominare la collina.
I lacci della vita le si sciolsero,
i tormenti del lutto la lasciarono,
partì dall'ontaneta della pena,
dall'abetaia della sofferenza.
Tuuslar non ebbe a insudiciare
il letto della vedova di Kalev.

Friedrich R. Kreutzwald: Kalevipoeg [III: 373-382]

Kalevipoeg uccide Tuuslar e compra la spada più bella di un famoso fabbro finlandese. In seguito, ubriacatosi nel corso di un banchetto, Kalevipoeg uccide il figlio maggiore del fabbro, che lo maledice. Tornato in Estonia, dopo essersi esibito nel lancio delle pietre, Kalevipoeg viene riconosciuto sovrano dai suoi due fratelli e governa nell'interesse del popolo: progetta la costruzione di fortezza e di un ponte tra le due rive del lago Peipus, provocando un grande malcontento tra i maghi che non tollerano le sue iniziative. Mentre Kalevipoeg riposa sulla riva del lago Peipus, ne derubato della spada da un mago che, a sua volta, la smarrisce. L'eroe, dopo esser sceso agli inferi (Põrgu) per lottare contro Sarvik, il diavolo, ricomparve con tre splendide fanciulle che offre come mogli ai suoi amici Olev, Sulev e Alev.
Successivamente Kalevipoeg, salito a bordo di una veloce nave d'argento costruita da Olev, chiamata Lennuk «uccellino», parte con l'intenzione di arrivare ai confini del mondo ma, dopo aver costeggiato la Finlandia, incontra in Lapponia il saggio Varrak, che gli sconsiglia di proseguire nell'impresa, poiché ai margini del mondo non vi era altro che la tomba per gli esseri umani. L'eroe, assalito dalla nostalgia, ritorna in Estonia.

Omal maal õitseb õnni,
kodus kasvab kasu parem!
Kodus tundvad õuekoerad,
tuleb tuttav teretama,
sugulane soovimaie;
paistab lahkelt päikene,
paistvad taevatähekesed.

Nella patria fiorisce la felicità,
cresce la gioia nella propria casa!
Fanno festa i cani da guardia,
gli amici salutano con gioia,
i parenti attestano affetto;
più amico splende il sole,
più liete splendon le stelle.
Friedrich R. Kreutzwald: Kalevipoeg [XVI: 1120-1126]

A questo punto, il figlio di Kalev scende nuovamente agli inferi, questa volta risalendo con un tesoro ma trovando la sua terra invasa dai nemici e, preso dalla disperazione, passa lo scettro al figlio di Olev. Kalevipoeg girovaga per il paese e, mentre cerca di guadare il fiume Kääpa, trova la morte che gli era stata augurata dal fabbro finlandese nella sua maledizione: la spada, caduta nel fiume dalle mani del mago che se ne era appropriato, si drizza e mozza le gambe dell'eroe che, così, muore dissanguato.
Si venne a compiere così una giustizia divina, cui nessuno ha scampo, neanche il figlio di Kalev, che unicamente attraverso la propria morte può riscattarsi. Nell'aldilà gli dèi gli riservarono un ruolo speciale: fare da custode alle porte del Põrgu. Nonostante questo suo compito privilegiato, egli diviene immediatamente prigioniero del regno dei morti, in quanto, avendo cercato di spaccare una rupe di granito, quest'ultima si chiude intorno alla sua mano, imprigionandolo per sempre.
La storia di Kalevipoeg, unico protagonista dell'epopea, affascinò subito gli Estoni: essi vedevano in lui, che pur essendo un re di origine semidivina, arava, seminava, faticava per il bene della propria terra, i desideri di un popolo oppresso, qual era per l'appunto quello estone.

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