Trattando l’argomento viabilità e comunicazioni in Estonia, la Contea di Põlva (area sudorientale) presenta una situazione anomala ed assolutamente originale. In un comune rurale la strada che collega il capoluogo Värska con il villaggio di Lutepää, prima di proseguire verso i successivi villaggi di Sesniki, Ulitina e Saatse entra improvvisamente nel territorio della Federazione Russa e, dopo 900 metri, rientra in Estonia. Nel 2008 è stata inaugurata una nuova strada che, pur trovandosi tutta in Estonia, comunque fa allungare il viaggio di circa 25 chilometri, ma prima di allora i pochi abitanti dei villaggi estoni di Sesniki, Ulitina e Saatse per potersi muovere non avevano alternative al dover attraversare la Russia.
L’origine di questa situazione illogica risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando all’Estonia occupata dall’Unione Sovietica furono tolte l’Ingria occidentale (aggregata alla Regione russa di Leningrado) e gran parte della Contea di Petseri (assegnata alla Regione russa di Pskov). Le nuove linee del confine, stabilite da burocrati capricciosi che le scrivevano sulle carte geografiche senza curarsi troppo dei dettagli, dunque fecero nascere in quest’area dell’Estonia un pezzo di Russia che si infila nel territorio estone e che, per la forma simile ad uno stivale, è stato soprannominato lo “stivale di Saatse” (in Estone: Saatse saabas, in Russo: Саатсеский сапог, in Inglese: Saatse boot). Lo "stivale di Saatse", dove c’è foresta e nient’altro, in epoca sovietica non ha rappresentato un disagio per i 3 villaggi di Sesniki, Ulitina e Saatse rimasti fuori dalla continuità territoriale, in quanto i confini interni non prevedevano formalità e dogane, ma con la fine dell’URSS e la nascita di Estonia e Russia come distinte nazioni ha fatto nascere un problema.
La questione del confine reciproco, che la Russia aveva riconosciuto nel 1920 ma dal 1946 era cambiato, oggi non è ancora completamente definita. I ricorrenti incontri ed approcci tra Tallinn e Mosca (nel 2005 e nel 2012) si sono conclusi con la firma reciproca di un formale trattato nel febbraio 2014, che però ancora non è stato ratificato: la parte dello “stivale di Saatse” attraversata dalla strada dovrà passare all’Estonia insieme ad altre piccole rettifiche in altri segmenti del confine, mentre l’Estonia cederà altrove delle terre di grandezza equivalente e rinuncerà a rivendicazioni territoriali su ogni altra area perduta nel 1946.
In attesa di una risoluzione definitiva, ecco come stanno le cose attualmente. Quando un veicolo dall’Estonia entra nello “stivale di Saatse” non incontra posti di blocco di polizia russa, non è soggetto a controlli e può proseguire senza formalità fino a 900 metri dopo, quando la Russia finisce e ricomincia l’Estonia. Tuttavia è proibito fermarsi, anche per pochi istanti, e soprattutto è proibito percorrere la strada a piedi o scendere dai veicoli. I Russi non hanno ritenuto opportuno costruire una postazione di controllo, perché l’area è interamente forestale e non ci sono strade russe che incrociano quella estone. Ma i poliziotti russi ci sono, nascosti tra gli alberi e pronti ad intervenire immediatamente, per arrestare e procedere anche penalmente nei confronti dei trasgressori.
Gli arresti dal 1993 in poi sono stati ricorrenti. Gli ultimi in ordine di tempo dei quali ho notizia riguarda 2 uomini di una ditta di lavori stradali che per errore avevano sconfinato e si erano fermati per consultare una mappa. Sono stati fortunati a cavarsela con alcune ore di arresto ed una multa di 2000 Rubli (circa 31 Euro), mentre in altri casi di persone che in passato sono state sorprese a raccogliere funghi, oppure per fare delle fotografie, oppure si erano fermate perché l’automobile si era guastata, le conseguenze sono state ben più pesanti. Fino alla detenzione ed al processo per accuse di spionaggio, contrabbando o sovversione.
Tenendo conto dei rischi e guidando una macchina nuova o appena revisionata (curando che ci sia il pieno di benzina e le gomme siano in ordine), fino a quando l’anomalia dello “stivale di Saatse” non sarà risolta, ciascun cittadino dell’Unione Europea può tuttavia provare l’emozione di attraversare un pezzo di Russia senza formalità documentali.
L’origine di questa situazione illogica risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando all’Estonia occupata dall’Unione Sovietica furono tolte l’Ingria occidentale (aggregata alla Regione russa di Leningrado) e gran parte della Contea di Petseri (assegnata alla Regione russa di Pskov). Le nuove linee del confine, stabilite da burocrati capricciosi che le scrivevano sulle carte geografiche senza curarsi troppo dei dettagli, dunque fecero nascere in quest’area dell’Estonia un pezzo di Russia che si infila nel territorio estone e che, per la forma simile ad uno stivale, è stato soprannominato lo “stivale di Saatse” (in Estone: Saatse saabas, in Russo: Саатсеский сапог, in Inglese: Saatse boot). Lo "stivale di Saatse", dove c’è foresta e nient’altro, in epoca sovietica non ha rappresentato un disagio per i 3 villaggi di Sesniki, Ulitina e Saatse rimasti fuori dalla continuità territoriale, in quanto i confini interni non prevedevano formalità e dogane, ma con la fine dell’URSS e la nascita di Estonia e Russia come distinte nazioni ha fatto nascere un problema.
La questione del confine reciproco, che la Russia aveva riconosciuto nel 1920 ma dal 1946 era cambiato, oggi non è ancora completamente definita. I ricorrenti incontri ed approcci tra Tallinn e Mosca (nel 2005 e nel 2012) si sono conclusi con la firma reciproca di un formale trattato nel febbraio 2014, che però ancora non è stato ratificato: la parte dello “stivale di Saatse” attraversata dalla strada dovrà passare all’Estonia insieme ad altre piccole rettifiche in altri segmenti del confine, mentre l’Estonia cederà altrove delle terre di grandezza equivalente e rinuncerà a rivendicazioni territoriali su ogni altra area perduta nel 1946.
In attesa di una risoluzione definitiva, ecco come stanno le cose attualmente. Quando un veicolo dall’Estonia entra nello “stivale di Saatse” non incontra posti di blocco di polizia russa, non è soggetto a controlli e può proseguire senza formalità fino a 900 metri dopo, quando la Russia finisce e ricomincia l’Estonia. Tuttavia è proibito fermarsi, anche per pochi istanti, e soprattutto è proibito percorrere la strada a piedi o scendere dai veicoli. I Russi non hanno ritenuto opportuno costruire una postazione di controllo, perché l’area è interamente forestale e non ci sono strade russe che incrociano quella estone. Ma i poliziotti russi ci sono, nascosti tra gli alberi e pronti ad intervenire immediatamente, per arrestare e procedere anche penalmente nei confronti dei trasgressori.
Gli arresti dal 1993 in poi sono stati ricorrenti. Gli ultimi in ordine di tempo dei quali ho notizia riguarda 2 uomini di una ditta di lavori stradali che per errore avevano sconfinato e si erano fermati per consultare una mappa. Sono stati fortunati a cavarsela con alcune ore di arresto ed una multa di 2000 Rubli (circa 31 Euro), mentre in altri casi di persone che in passato sono state sorprese a raccogliere funghi, oppure per fare delle fotografie, oppure si erano fermate perché l’automobile si era guastata, le conseguenze sono state ben più pesanti. Fino alla detenzione ed al processo per accuse di spionaggio, contrabbando o sovversione.
Tenendo conto dei rischi e guidando una macchina nuova o appena revisionata (curando che ci sia il pieno di benzina e le gomme siano in ordine), fino a quando l’anomalia dello “stivale di Saatse” non sarà risolta, ciascun cittadino dell’Unione Europea può tuttavia provare l’emozione di attraversare un pezzo di Russia senza formalità documentali.
L'inizio del tratto di strada in territorio russo, provenendo da nord (foto del 2013). |
L'inizio del tratto di strada in territorio russo, provenendo da sud (foto del 2016). |
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