Il 2 febbraio 1920 i rappresentanti della Repubblica di Estonia e della Repubblica Socialista Federale Sovietica Russa firmarono il Trattato di Tartu. Il trattato, che avrebbe trovato applicazione il 30 marzo, costituì l’atto finale della Guerra d’Indipendenza Estone, con la fissazione del confine orientale dell’Estonia riconosciuto dalla Russia sovietica, che sottoscrisse una rinuncia perpetua ad ogni sua rivendicazione del territorio estone. Ancora a Tartu, trovò analoga risoluzione la questione del confine orientale della neonata Finlandia indipendente con la Russia.
ANTEFATTO
Quasi 2 anni prima di allora, il 24 febbraio 1918 il Comitato di Salvezza dell’Assemblea Provinciale Estone aveva pubblicato il “Manifesto ai popoli dell’Estonia” che era già uscito in prima lettura la sera prima a Pärnu. Tale episodio, passato alla storia come “Dichiarazione d’Indipendenza dell’Estonia”, avrebbe provocato un colpo di mano da parte della Germania, che non riconobbe l’Estonia indipendente e mandò il giorno dopo le proprie truppe ad occupare militarmente Tallinn. Nel novembre 1918, con il tracollo della Germania al termine della Prima Guerra Mondiale, l’Estonia approfittò per ribadire la propria indipendenza; tuttavia il 28 novembre la 6^ divisione dei fucilieri dell’Armata Rossa sovietica attaccò la città di Narva e questo episodio determinò l’inizio della Guerra d’Indipendenza Estone. L’Esercito dell’Estonia, aiutato da volontari Russi Bianchi antisovietici, dalla Lettonia e dal Regno Unito, riuscì a fronteggiare la Russia sovietica fino ad arrivare alla cessazione delle ostilità il 3 gennaio 1920.
I colloqui di pace iniziarono nell’edificio di Tartu che allora era all’indirizzo Aia 35, mentre oggi è in Vanemuise 35. Le delegazioni estoni e russa, con la presenza anche di osservatori finlandesi, bielorussi e polacchi, arrivarono dunque alla firma del trattato di pace il 2 febbraio 1920. Il trattato sarebbe stato poi ratificato dal Soviet Supremo dell’Unione Sovietica il 4 febbraio e dall’Assemblea Costituente dell’Estonia il 13 febbraio.
L’ESTONIA INDIPENDENTE
Il Trattato di Tartu, costituito da 20 articoli, servì anche per il formale riconoscimento “de jure” della neonata Repubblica di Estonia. L’Estonia entrò nella Lega delle Nazioni nel 1921.
RUSSIA: PROMETTERE NON VUOL DIRE MANTENERE
La Russia non mantenne quanto sottoscritto, fin dai primi tempi successivi al trattato stesso. Per citare due casi, Mosca non consentì l’emigrazione agli Estoni che si trovavano in Russia verso l’Estonia e non restituì all’Università di Tartu le collezioni museali rubate e che, ancora oggi, si trovano nella città di Voronež. Esattamente vent’anni dopo, a seguito dello sciagurato patto Molotov-Ribbentrop del 1939, l’Estonia fu occupata e forzatamente annessa all’Unione Sovietica fino all’affrancamento recuperato all’inizio degli anni 1990. Nel 1946 l’Estonia si vide sottratta dalla Russia una striscia di terra ad est di Narva (la cosiddetta “Ingria occidentale”) e quasi la totalità della Contea di Petseri, nel sudest. Il Trattato di Tartu non fu onorato anche nei confronti della Finlandia, che era stata costretta a cedere Petsamo e l’accesso all’Oceano Artico, una fascia di territorio presso Salla e gran parte della Carelia, compresa Viipuri che era le seconda città più popolata.
TARTU, 2 FEBBRAIO 2017
Una cerimonia commemorativa si è tenuta il 2 febbraio 2017 nello stesso luogo dove, 97 anni prima, era stato sottoscritto il Trattato di Tartu del 1920. Le fotografie di Aili Vahtla per ERR.ee, nel corso della rievocazione, riassumono la gioia dell’Estonia odierna per essere uno Nazione libera ed indipendente, ma anche la preoccupazione di avere come vicino il Paese più esteso del mondo. Proprio come allora, anche oggi la Russia è sempre pronta a destabilizzare i propri vicini e ad approfittare per sottrarre porzioni di territorio. Ne sanno qualcosa la Georgia e l’Ucraina.
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