I comuni estoni avevano tempo fino al 31 dicembre 2016 per negoziare fusioni con i loro vicini per soddisfare il requisito di Legge di Riforma Amministrativa di almeno 5.000 residenti per comune. Secondo i dati del Ministero delle Finanze, a partire da gennaio 2017, ben 160 dei 213 comuni hanno tali accordi in essere.
Anche se tale iniziativa è stata contestata da diverse città e comuni, la Corte Suprema lo ha giudicato costituzionale ed il Governo ha annunciato che procederà per metterla in pratica.
La riforma ora proseguirà con la fase successiva. Il Governo fino al 15 febbraio farà proposte ai restanti comuni di fondersi con i vicini, al fine di soddisfare il requisito minimo di popolazione. Il portavoce del Ministero delle Finanze Karel Hanni ha dichiarato che, dopo la seconda fase, il numero dei comuni si ridurrà a 75.
Tra i consigli locali interessati dalla riforma, Pärnu diventerà la città più grande, con una popolazione di più di 50.000 abitanti ed un territorio complessivo di 594 Chilometri quadrati. Il comune più esteso sarà invece Saaremaa, ovvero l’intera omonima isola fusa in un'unica unità amministrativa, con più di 32.000 abitanti ed un territorio di 2.580 Chilometri quadrati.
Le fonti ministeriali riferiscono che 35 aree e 113 comuni hanno confermato le fusioni volontarie, mentre 12 aree e 47 comuni hanno accordi di fusione in base alle decisioni del Governo.
I rimanenti 26 consigli locali che non soddisfano il requisito minimo di popolazione, né hanno avuto accordi di fusione, dopo aver ricevuto le proposte di fusione da parte del Governo entro il 15 febbraio, avranno tempo fino al 15 maggio per avanzare eventuali controdeduzioni, dopo di che il loro destino sarà deciso dal Governo. Tra le opzioni, la Legge di Riforma Amministrativa consente anche le richieste di essere trattati come un'eccezione. Finora sono state consentite eccezioni per le isole di Muhu, Vormsi, Kihnu e Ruhnu.
Anche se tale iniziativa è stata contestata da diverse città e comuni, la Corte Suprema lo ha giudicato costituzionale ed il Governo ha annunciato che procederà per metterla in pratica.
La riforma ora proseguirà con la fase successiva. Il Governo fino al 15 febbraio farà proposte ai restanti comuni di fondersi con i vicini, al fine di soddisfare il requisito minimo di popolazione. Il portavoce del Ministero delle Finanze Karel Hanni ha dichiarato che, dopo la seconda fase, il numero dei comuni si ridurrà a 75.
Tra i consigli locali interessati dalla riforma, Pärnu diventerà la città più grande, con una popolazione di più di 50.000 abitanti ed un territorio complessivo di 594 Chilometri quadrati. Il comune più esteso sarà invece Saaremaa, ovvero l’intera omonima isola fusa in un'unica unità amministrativa, con più di 32.000 abitanti ed un territorio di 2.580 Chilometri quadrati.
Le fonti ministeriali riferiscono che 35 aree e 113 comuni hanno confermato le fusioni volontarie, mentre 12 aree e 47 comuni hanno accordi di fusione in base alle decisioni del Governo.
I rimanenti 26 consigli locali che non soddisfano il requisito minimo di popolazione, né hanno avuto accordi di fusione, dopo aver ricevuto le proposte di fusione da parte del Governo entro il 15 febbraio, avranno tempo fino al 15 maggio per avanzare eventuali controdeduzioni, dopo di che il loro destino sarà deciso dal Governo. Tra le opzioni, la Legge di Riforma Amministrativa consente anche le richieste di essere trattati come un'eccezione. Finora sono state consentite eccezioni per le isole di Muhu, Vormsi, Kihnu e Ruhnu.
160 comuni estoni si fonderanno volontariamente, 4 hanno avuto la concessione di essere trattati come eccezioni e 26 si stanno rifiutando di negoziare le fusioni.
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