Il Consiglio dei Ministri della Lituania oggi ha approvato il piano per la costruzione della nuova centrale nucleare di Visaginas. Secondo l’accordo di concessione, la Lituania deterrà una quota del 38%, l’Estonia del 22% e la Lettonia del 20%.
Secondo quanto riportato dalla lituana Delfi, il resto sarà fornito dall’investitore giapponese-americano Hitachi.
Il Ministro dell’Energia della Lituania Arvydas Sekmokas ha affermato che la costruzione della centrale avrà inizio nel 2015. Il passo successivo è demandato al Parlamento lituano, affinché decida il passaggio a tale strategia.
L’intero progetto sarà finanziato in tre rate. 62 milioni di Euro saranno stanziati durante i 12 mesi successivi alla decisione parlamentare. Seguiranno altri 150 milioni di Euro nei successivi 18 mesi. La somma restante di 5 miliardi di Euro, infine, sarà stanziata entro il 31 marzo 2015.
Agli osservatori attenti non sarà sfuggito che il governo estone è impegnato da alcuni mesi in una serie di iniziative diplomatiche, industriali e commerciali altamente strategiche. C'è attivismo, frizzantezza e tanta voglia di futuro. Impossibile non rimanerne ammirati.
RispondiEliminaPrima o poi mi aspetto (e sopratutto spero) che l'Estonia faccia in campo culinario quello che la Danimarca ha già cominciato a fare (con risultati di vera eccellenza) negli ultimi dieci anni.
L'Estonia sta anche imparando a guardarsi intorno senza pregiudizi e con pragmatismo, cosa che comunque è una novità per la storia del suo popolo. I recenti accordi bilaterali con la Regione russa Leningradskaja (per l'uniformità di alcune procedure e per la costruzione di un nuovo ponte a Narva) e con la Regione russa di Pskov (per le politiche di tutela ambientale e per la collaborazione contro i traffici illegali transfrontalieri) hanno bypassato le elefantiache lentezze centrali russe.
EliminaGli sforzi tendenti ad una maggiore integrazione con Lettonia e Lituania (comunicazioni, commercio, energie comuni e sanità) significano "fare quadrato" di fronte agli appetiti storici di oggi come di ieri, che provengono dall'altra sponda del Baltico o più a sud-ovest dalla Germania e dalla Polonia di Schengen. Tali sforzi sono una pregevole novità per tutte e tre le cosiddette Repubbliche Baltiche, che prima d'ora giammai si erano guardate negli occhi con tale spirito costruttivo.