Il musicista e blogger russo Savva Terentyev, condannato nel 2008 per incitamento all'odio contro la polizia, ha ricevuto la concessione dell’asilo politico da parte delle autorità di immigrazione estoni l’11 luglio scorso. La decisione da parte della Polizia e della Guardia di Confine permetterà a Terentyev, a sua moglie ed a suo figlio, che vivono in Estonia da gennaio, di rimanere nel Paese per almeno tre anni.
Nel luglio 2008, un tribunale di Syktyvkar (luogo natìo di Terentyev, nel distretto di Komi, in Russia) lo aveva dichiarato colpevole per "incitamento alla inimicizia e rappresentantazioni pubblicamente umilianti di un gruppo sociale", condannandolo ad un anno di reclusione con sospensione della pena.
L'anno precedente, l’allora ventunenne Terentyev aveva pubblicato un articolo sul suo blog, commentando un raid violento della polizia alla sede di un giornale locale di opposizione. Terentyev era stato molto critico nei confronti della polizia ed aveva invitato a manifestazioni in ogni città russa per protestare contro la diffusa corruzione della polizia.
Il procedimento contro di lui cominciò sei mesi dopo. La prigionia di Terentyev ha scatenato onde d'urto attraverso la comunità russa di internet, in quanto è stato il primo caso di reato accertato sulla base di un commento nel blog. Il caso è stato anche citato da gruppi internazionali per i diritti, come Reporters Senza Frontiere, Freedom House e Human Rights Watch, ai quali è pervenuta la domanda di asilo politico di Terentyev, supportata dal rapporto redatto dal servizio russo della BBC.
In un'intervista alla BBC, Terentyev ha detto di aver avuto difficoltà a trovare lavoro da quando ha subìto la condanna, a causa della cattiva reputazione che ha ricevuto, aggiungendo di non avere intenzione di tornare in Russia in futuro. “Tutto questo è finito da quando ho avuto il riconoscimento dell’asilo nell’Unione Europea e finalmente ora posso viaggiare liberamente”, ha detto.
Sebbene convinto di non aver infranto la legge con i suoi commenti, Terentyev si è pentito per averli scritti. “Non sapevo ed ancora non credo di aver infranto la legge, ma ora non lo rifarei perché il mio stato d’animo è diverso da 4 anni fa”, ha aggiunto. “Ho già ammesso in tribunale che si trattava di pura stupidità. Ma per una corrispondenza personale tra due giovani era un comportamento perfettamente normale”.
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