La motonave Estonia, affondata nel 1994. |
La motonave Estonia salpò dal porto di Tallinn il 27 settembre 1994 alle ore 19:00 con 989 persone a bordo (803 passeggeri), diretta verso Stoccolma, dove era attesa per l'arrivo alle ore 09:30 del mattino seguente. L’atmosfera a bordo della nave era buona e distesa, nonostante i continui colpi del mare agitato che schiaffeggiavano il traverso di tanto in tanto. La velocità era di 15-18 nodi, piuttosto alta nonostante le condizioni del mare, per arrivare in orario a Stoccolma.
Ma la nave non arrivò mai.
Dopo l’una di notte, mentre la nave si trovava a circa 15 miglia dall’isola finlandese di Utö, alcuni passeggeri raccontano di aver percepito un colpo differente dagli altri. La nave sbandò improvvisamente di 40 gradi a dritta; il portellone di prua, da dove erano entrate le automobili, ebbe un cedimento sotto i colpi del mare e l'acqua iniziò violentemente ad entrare. La nave perse stabilità e si rovesciò in pochissimi minuti.
Si può immaginare cosa accadde a bordo: molte persone non riuscirono a raggiungere i ponti superiori perché ferite dal rovesciamento improvviso o perché in cabina vista la tarda ora.
Delle 989 persone solo 137 sarebbero state tratte in salvo dalle squadre di soccorso. 95 furono i corpi recuperati e 757 furono i dispersi, per un totale di 852 vittime.
Nonostante in quel tratto le acque siano profonde poco più di 70 metri nessuna spedizione ufficiale, se non per accertare le cause del sinistro, sarebbe stata poi organizzata per recuperare i corpi imprigionati all'interno dello scafo.
Il naufragio della motonave “Estonia” statisticamente passò alla storia come la tragedia marittima che causò il maggior numero di vittime in Europa, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. La tipologia dell’inconveniente che determinò quel disastro fece cambiare per sempre, dal 1995 in poi, il modo di costruire le navi che trasportano veicoli, in tutto il mondo. I portelloni di ingresso al garage infatti non vengono più realizzati a prua, ma a poppa.
I PRINCIPALI NAUFRAGI IN TEMPO DI PACE, DAL 1945 ALLA FINE DEL VENTESIMO SECOLO
- 16/04/1947. La nave francese Grandcamp prende fuoco ed esplode nel porto di Texas City (USA), mentre viene caricata di sostanze chimiche. 581 morti (compresi 28 soccorritori) e circa 5000 feriti.
- 17/07/1947. La Ramdas affonda 10 miglia (16 km) al largo di Bombay (India). 625 morti. Si ha notizia del disastro solo dai pochissimi superstiti che riuscirono a tornare a terra a nuoto.
- 04/12/1948. La nave cinese Kiangya esplode presso Shanghai, forse a causa di una mina che era stata lasciata dai Giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il numero delle vittime è imprecisato. Sembra che sia compreso tra 2750 e 3920.
- 16/09/1949. Il Noronic prende fuoco nella Baia di Toronto (Canada). 119 morti, che dopo alcuni giorni arrivano a 139 per il decesso dei feriti gravi.
- 13/08/1950. La nave sovietica Majakovskis Riga affonda nel fiume Dvina occidentale. 147 morti.
- 05/01/1953. La nave sud-coreana Changyeong affonda durante il tragitto da Yeosau a Pusan. Muoiono 229 persone.
- 31/01/1953. La nave britannica Princess Victoria affonda a causa di una tempesta nel braccio di mare tra Scozia ed Irlanda del Nord. Muoiono 133 persone.
- 29/05/1955. La nave sovietica Novorossijsk esplode presso la baia di Sebastopoli, forse a causa di una mina lasciata dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. 608 morti.
- 25/07/1956. Due navi passeggeri, l'italiana Andrea Doria e la Stockholm, si scontrano al largo delle coste del Massachusetts (USA). La Andrea Doria affonda. Tra passeggeri e membri dell'equipaggio, muoiono 46 delle 1706 persone a bordo.
- 21/09/1957. La nave tedesca-occidentale Pamir si imbatte in un uragano al largo delle Isole Azzorre ed affonda. Delle 138 persone a bordo 132 muoiono e 6 sopravvivono grazie ai soccorsi.
- 01/03/1958. Il traghetto turco Üsküdar affonda nel Golfo di İzmit. 272 persone, inclusi 7 membri dell’equipaggio, perdono la vita e 39 sopravvivono.
- 18/11/1958. Una tempesta sorprende la nave Carl D. Bradley nel Lago Michigan (USA). Muoiono tutte le 33 persone a bordo.
- 30/01/1959. La nave danese di linea Hans Hedtoft, di ritorno dalla Groenlandia, urta un iceberg ed affonda. Muoiono tutte le 95 persone a bordo (40 membri dell’equipaggio e 55 passeggeri).
- 08/04/1961. La nave britannica Dara prende fuoco nel Golfo Persico. Su 819 persone a bordo ne muoiono 238.
- 22/12/1963. La motonave greca Lakonia si incendia ed esplode nell’Oceano Atlantico. Muoiono 128 persone.
- 08/12/1966. La nave greca Heraklion imbarca acqua da una porta danneggiata ed affonda nel Mare Egeo. Muoiono 234 persone su un totale di 281 a bordo.
- 14/09/1970. La nave sud-coreana Namyoung affonda durante il tragitto da Pudan a Jeju. Muoiono 326 delle 338 persone.
- 26/12/1973. La nave-passeggeri malese Pulau Kidijang è sorpresa dai monsoni e fa naufragio al largo di Sarawak. Muoiono 121 persone su un totale di 159 a bordo. Solo 41 corpi furono ritrovati.
- 20/10/1976. Il traghetto statunitense George Prince va incontro ad una collisione nel tratto del Mississippi che attraversa la Louisiana. 78 morti su 96 persone.
- 27/01/1981. La nave passeggeri indonesiana Tamponas II prende fuoco e affonda nel Mare di Giava. Muoiono 580 persone delle 1095 che si trovano a bordo.
- 25/05/1986. Una nave passeggeri affonda nel fiume Meghna, in Bangladesh. Muoiono circa 600 persone.
- 31/08/1986. La nave sovietica Admiral Nakhimov si scontra con un mercantile nel Mare Nero ed entrambe le imbarcazioni affondano. Muoiono 423 delle 1234 persone a bordo.
- 06/03/1987. La nave britannica Herald of Free Enterprise, dopo aver salpato da Zeebrugge (Belgio) imbarca acqua a causa di un portellone per le automobili lasciato aperto per una dimenticanza. 193 morti su un totale di 539 persone a bordo.
- 20/12/1987. Il traghetto filippino Doña Paz collide con la petroliera Mt Victor nelle acque delle Filippine. Affogano 4386 persone.
- 24/10/1988. Il traghetto filippino Doña Marilyn si imbatte in un tifone e muoiono 389 persone. 147 sono i superstiti.
- 07/04/1990. Un piromane appicca un incendio a bordo del traghetto Scandinavian Star nel Mare del Nord, in viaggio da Oslo (Norvegia) a Frederikshavn (Danimarca). Muoiono 159 persone.
- 17/12/1991. Il traghetto Salem Express, durante la traversata da Gedda (Arabia Saudita) a Safaga (Egitto), urta uno scoglio ed affonda in 10 minuti. I numeri ufficiali parlano di 470 morti, ma pare che la nave a causa di un sovraffollamento dovuto ai fedeli che tornano da un pellegrinaggio alla Mecca sia la causa della morte di un altro migliaio di persone.
- 10/04/1991. La collisione fra la nave-traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo, entrambe italiane, causa la morte di 140 persone, presso il porto di Livorno.
- 16/02/1993. Un traghetto sovraffollato affonda tra Jeremie e Port-au-Prince, ad Haiti. Muore un numero imprecisato di persone, compreso tra le 500 e le 700.
- 28/09/1994. Il traghetto Estonia affonda durante una tempesta nel Mare Baltico. 852 persone morte e 137 sopravvissute.
- 21/05/1996. Una nave passeggeri affonda nel Lago Vittoria, in Africa orientale. Le vittime sono oltre 800.
- 18/09/1998. Un traghetto filippino fa naufragio a causa di un tifone, durante la traversata da Manila a Cebu. Muoiono 150 persone su un totale di 388 a bordo.
LA NOTIZIA PUBBLICATA DA LA STAMPA DI TORINO NEL 1994
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LA MEMORIA
Il memoriale della "Linea Spezzata", che ricorda la tragedia dell'Estonia a Tallinn (dettaglio). |
Il memoriale con i nomi di tutte le vittime della tragedia dell'Estonia a Stoccolma (dettaglio). |
Questo è un argomento di cui non parlo mai molto volentieri. Quasi ogni Estone che conosco o che ho conosciuto aveva un amico, un parente o un conoscente perito su quella motonave.
RispondiElimina852 morti sono un numero enorme, ma ci si può rendere conto della reale entità di questa tragedia solo riproporzionandola sulla popolazione di altri Stati.
Gli 852 morti estoni equivalgono a 6.300 morti in Lombardia, 53.000 in Germania, 201.000 negli Stati Uniti. Tutti in un solo giorno.
Su questa vicenda è stato realizzato anche un film (Baltic Storm) che non sono mai riuscito a vedere, ma mi piacerebbe se l'autore del post, prima o poi, ne parlasse dedicandogli un post a sé stante.
Il monumento Linea Spezzata non è l'unico in Estonia che commemora questo evento. Anche in questo caso invito Gio Ve a un futuro approfondimento.
Ci sono cose che è bene non dimenticare.
Da parte mia mi sono limitato a ricordare la tragedia nel suo ventennale.
EliminaNon credo che riprenderò il discorso perché, a differenza di quanto avviene da noi in vicende simili, dove i processi non finiscono mai e l'attenzione mediatica versa sempre benzina sul fuoco delle insinuazioni e dell'omertà, in Estonia è stata posta la parola "fine" poco più di 3 anni dopo, ovvero alla fine del 1997.
Per approfondimenti, invito a visionare i testi della relazione finale (in Inglese, con possibilità di averli nelle versioni finlandese e svedese) ed alcuni video partendo da http://www.onnettomuustutkinta.fi/en/index/tutkintaselostukset/vesiliikenneonnettomuuksientutkinta/mvestonia/mvestonianloppuraporttiyhdessapdf-tiedostossa.html.
Nella vorticosa roulette della storia, la linea in quel giorno si spezzò proprio lì. Per quello che mi riguarda individualmente, se così non fosse accaduto oggi sarei una persona peggiore, meno sorridente e meno vogliosa di entusiasmarsi. Forse - anzi, con ogni probabilità - non ci sarebbe questo blog sull'Estonia nella lingua di Dante.
La mia gioia maggiore è che anche la persona che vive accanto a me mi dice spesso che per lei è la stessa cosa.