lunedì 27 febbraio 2012

Putin critica Lettonia ed Estonia in un articolo anti-occidentale

Vladimir Putin, primo ministro russo e candidato alle prossime elezioni presidenziali, ha ancora una volta criticato le politiche estoni e lettoni sulla cittadinanza e sulla lingua, stavolta facendone cenno in un lungo articolo rivolto principalmente contro gli Stati Uniti d’America e la NATO.
L’articolo di Putin è intitolato La Russia ed il Mondo che cambia e pubblicato su Moskovskie Novosti il 27 febbraio 2012. Si tratta del più recente di una serie di articoli pre-elettorali, in vista delle prossime elezioni presidenziali russe del 4 marzo 2012.
Un lungo pezzo di 6000 parole, dove sono biasimate le posizioni occidentali relativamente alla strategia militare ed alla politica estera, definite eccessivamente aggressive ed irrazionalmente anti-russe. Un lungo pezzo, dove non sono state risparmiate l’Estonia e la Lettonia sulla presunta violazione dei diritti umani delle minoranze.
Siamo determinati a garantire che le autorità lettoni ed estoni si adeguino alle numerose raccomandazioni di autorevoli organizzazioni internazionali sui diritti delle minoranze etniche. Non possiamo più tollerare lo status di vergognosa ‘non cittadinanza’, è stato tradotto dall’agenzia stampa di stato russa RIA Novosti. Ed ancora: Come possiamo accettare che, a causa del loro status di ‘non-cittadini’, un Lettone su 6 ed un Estone su 13 si veda negato ogni fondamentale diritto politico, elettorale e socioeconomico di utilizzare liberamente il Russo?
Putin ha anche criticato il recente referendum della Lettonia sulla richiesta di fare il Russo una lingua di Stato, denunciando che 300.000 non-cittadini non hanno potuto votare e definendo oltraggiosa la decisione del Comitato Elettorale Centrale Lettone di rifiutare ad una delegazione russa di monitorare le operazioni di voto.
Sia l’Estonia che la Lettonia, come è noto, hanno notevoli minoranze di popolazione di lingua russa, retaggio delle politiche migratorie avvenute in epoca sovietica, quando un terzo della popolazione locale estone e lettone fu deportata in Siberia o uccisa, per riempire poi i vuoti con nuova popolazione slava trasferita da Russia, Ucraina e Bielorussia. Dopo la ritrovata indipendenza delle Repubbliche Baltiche all’inizio degli anni 1990 e dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica, tale popolazione slava ha potuto scegliere liberamente se diventare estone, lettone o russa e, nella grande maggioranza, lo ha fatto. Tuttavia, circa 100.000 in Estonia e 290.000 in Lettonia non hanno ancora optato: non hanno scelto di diventare Russi e non possono presentare domanda di cittadinanza estone e lettone, perché viene richiesto il superamento di un esame della lingua che non sono in grado di affrontare, sebbene alcuni di loro ormai vivano in Estonia e Lettonia da una vita intera.
Lasciamo i lettori non russi, non estoni e non lettoni di fronte alle seguenti domande:
1) In quale altro Stato libero del mondo (Italia, Germania, Francia, USA, ecc.) è possibile avere la cittadinanza senza conoscere la lingua ufficiale del luogo dove si abita?
2) Che diritto morale ha uno Stato non libero come la Russia di avere degli osservatori ufficiali in uno Stato libero come la Lettonia nei luoghi dove si esercita un voto?

Verba volant... / ...kirjutatu jääb

(EE) - Jutt lendab tuulde, kirjutatu jääb
(LA) - Verba volant, scripta manent

giovedì 23 febbraio 2012

Mõtle, mõtle,… / Pensa, pensa,...

(EE) - Mõtle, mõtle,… kalkun ka mõtles ennem kui ahjus lõpetas…
(IT) - Pensa, pensa,… anche il tacchino pensava prima di entrare nel forno…

lunedì 20 febbraio 2012

Lettonia: “no” al Russo come seconda lingua nazionale

Sabato 18 febbraio 2012 si è tenuto un importante referendum in Lettonia, portato avanti da persone che proponevano di introdurre il Russo come seconda lingua nazionale ufficiale.
Ha vinto il no, con un esito che non lascia spazio ad alcun dubbio, sorprendentemente anche in aree popolate da abitanti etnicamente russi: quasi il 75%.
Un risultato importante per l’identità nazionale, dove il gruppo etnico lettone è appena del 59,4%, seguito da consistenti minoranza slave (Russi 27,6%, Bielorussi 3,6% ed Ucraini 2,5%) insediatesi durante il mezzo secolo di occupazione sovietica. Un risultato importante, che conferma le scelte europeiste della Lettonia; un risultato importante, che scongiura ripercussioni emotive nella confinante Estonia ed irrora una doccia fredda al panslavismo della Russia, che ha seguito con vivo interesse l’intera vicenda.
Percentuali schiaccianti in favore del no hanno prevalso in Livonia (Vidzeme), in Curlandia (Kurzeme) ed in Semigallia (Zemgale). Ha prevalso il no anche a Riga (Rīga), mentre l’unica regione dove il si ha superato il no è stata la Latgallia (Latgale).

mercoledì 15 febbraio 2012

Le Poste Estoni installano 35 terminali per pacchi in Lituania

Il servizio statale delle Poste Estoni (Eesti Post) ha fatto sapere che è in corso un’espansione in Lituania, dove saranno installati 35 terminali esterni automatizzati per pacchi in varie città della nazione.
I dispositivi self-service, che funzionano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, permetteranno agli utenti di spedire pacchi diretti verso qualsiasi altro terminal del Paese. In futuro sarà anche possibile il servizio di spedizione con corriere, secondo quanto affermato da Anis Arumeel della Divisione Logistica del servizio postale, durante un convegno delle Poste Estoni. Inoltre i clienti potranno tracciare facilmente le loro spedizioni, in tempo reale.
Attualmente i terminali sono già stati installati nelle città di Alytus, Marijampolė e Mažeikiai; entro questa settimana saranno anche pronti i terminali a Vilnius, Kaunas, Klaipėda e Šiauliai. Le Poste Estoni hanno fatto sapere che i terminali saranno resi disponibili al pubblico ed operativi a partire dalla fine di questo mese.
Secondo Arumeel, il proposito finale è quello di stabilire una fittissima rete di connessione di tali terminali in tutte le Repubbliche Baltiche, che permetterà le spedizioni di pacchi self-service nel bacino dei tre Paesi.
Fonte: Ingrid Teesalu per http://www.err.ee

martedì 14 febbraio 2012

Dalla Langobardia alla Lombardia

Il termine Lombardia, originariamente Langobardia e poi Longobardia, nacque nel VI secolo. Nel 568 erano calati nella penisola italiana i Longobardi, che dopo essere venuti alle mani con i Bizantini si erano appropriati di una vasta area. La parte settentrionale, con capitale Pavia, fu definita Langobardia maior ed ebbe vita fino alla conquista di Carlo Magno nel 774, mentre la Langobardia minor (suddivisa nei Ducati di Spoleto e di Benevento) avrebbe concluso la propria esistenza con la capitolazione di Salerno dell’ultimo duca longobardo Gisulfo II, a causa degli assalti dei Normanni nel 1077. La parte residuale della penisola italiana, rimasta in mano ai Bizantini, fu chiamata Romània ed inizialmente governata dall’Esarca di Ravenna. Da tale nome deriva il toponimo attuale Romagna.
Nel 1167 per Lombardia si intendeva la totalità della Pianura Padana, ovvero una trentina di città (Milano, Lodi, Piacenza, Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Verona, Mantova, Brescia, Bergamo, Genova, ecc.) che costituirono un’alleanza per fronteggiare il tentativo di instaurare una supremazia imperiale tedesca sull’Italia settentrionale. Tale alleanza, detta Lega Lombarda, risultò vincente dal 1176 in poi e si dissolse nel 1250 in quanto con la morte di Federico II terminò anche il pericolo.
Tuttavia la Pace di Costanza del 1183 aveva sancito l’obbedienza dei Comuni all’Impero e quindi il modello comunale entrò in crisi e fu soppiantato dalle Signorie. Nel 1397, a Praga, l’Imperatore Venceslao firmò il diploma che proclamò Gian Galeazzo Visconti Dux Lombardiae, ovvero delle seguenti località esplicitamente menzionate: Alessandria, Asti, Avenza (Carrara), Bassano del Grappa, Belluno, Bergamo, Bobbio, Borgo San Donnino (oggi Fidenza), Bormio, Brescia, Crema, Cremona, Como, Feltre, Lodi, Novara, Novi Ligure, Parma, Piacenza, Pontremoli, Reggio nell'Emilia, Riva del Garda, Rocca d'Arazzo, Sarzana, Soncino, Tortona, Vercelli, Verona, Vicenza.
Ma dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, la storia della Signoria di Milano iniziò un lungo declino fino alla completa estinzione nel 1797. Durante questo periodo, lo stato che era comunemente chiamato Lombardia subì diverse mutilazioni territoriali: Bergamo, Brescia e Crema a Venezia; Bellinzona e la Valtellina alla Svizzera; Novara, Vercelli, Val d’Ossola, Asti, Alessandria, Tortona e Mortara al Piemonte-Sardegna; secessione di Parma e Piacenza. La Signoria passò poi agli Sforza, poi agli Asburgo di Spagna e, dal 1706, alla Casa d’Austria. La Signoria cessò di esistere nel 1797, all’inizio degli stravolgimenti avvenuti in epoca napoleonica.
Nel 1815 fu costituito il Regno Lombardo-Veneto. Dal punto di vista territoriale, il Congresso di Vienna aveva recato notevoli vantaggi alla Lombardia, restituendole la Provincia di Sondrio (tolta alla Svizzera), le Province di Bergamo e Brescia (tolte alla Serenissima Repubblica di Venezia estinta) e la Provincia di Mantova (che da quattro secoli aveva condotto una storia separata).
Il Decreto Rattazzi del 23 ottobre 1859, che ridisegnò la Lombardia conquistata dal Piemonte-Sardegna (da lì a 500 giorni “Regno d’Italia”), segnò un ingrandimento della Provincia di Pavia, alla quale furono aggiunti i territori della Lomellina, del Vogherese e di Bobbio, in cambio della cessione di Abbiategrasso e Binasco a Milano. Vennero poi ridisegnati i confini montani tra Bergamo e Brescia (a vantaggio di Brescia) e fu soppresso il territorio di Lodi-Crema (spartito tra le Province di Milano e Cremona).
Nel 1868 fu aggiunta anche la Provincia di Mantova, che tra il 1859 ed il 1866 aveva seguito le vicende del Veneto austriaco, con rettifiche territoriali a vantaggio di Mantova ed a discapito di Brescia e Cremona. Ulteriori rettifiche comportarono ingrandimenti del Cremonese ai danni di Brescia.
Ma le variazioni non erano finite.
Nel 1923, Bobbio e l’alta valle del Trebbia passarono da Pavia a Piacenza, determinando in quella zona la fine del confine tra Lombardia e Liguria e la nascita di un confine tra Piemonte ed Emilia.
Nel 1927 fu riportato in vita l’antico Contado longobardo del Seprio, un territorio in parte sotto Milano ed in parte sotto Como. Sulla contesa fra Busto Arsizio, Gallarate e Varese fu Benito Mussolini in persona a scegliere Varese quale capoluogo della nuova Provincia.
Nel 1934 un Comune andò via dalla Provincia di Trento per essere aggregato alla Provincia di Brescia.
Nel 1970 nacque la Regione Lombardia come entità amministrativa.
Nel 1992 nacque la Provincia di Lodi, con lo scorporo di 61 Comuni del Milanese; San Colombano al Lambro non fu d’accordo e per tale motivo costituisce una exclave di Milano incastrata tra le Province di Lodi e Pavia. Sempre nel 1992 prese vita la nuova Provincia di Lecco, composta con 84 Comuni scorporati da Como e da 6 staccati dal Bergamasco.
Nel 1994 fu istituita la Provincia di Monza e della Brianza, con 55 Comuni scissi dalla Provincia di Milano, che divenne operativa nel 1999.

domenica 12 febbraio 2012

Demografia in Estonia dal 1979 al 2011

Città dell’Estonia (in ordine di popolazione) dal 1979 al 2011
Endonimo
Popolazione (19.01.1979)
Popolazione (12.01.1989)
Popolazione (31.03.2000)
Popolazione (01.01.2005)
Popolazione (01.01.2011)
Tallinn
441.800
478.974
400.378
396.010
400.292
Tartu
104.381
113.420
101.169
101.483
103.740
Narva
75.909
81.221
68.680
67.144
65.536
Kohtla-Järve
87.472 (incl. Jõhvi)
62.059
47.679
46.032
44.107
Pärnu
54.051
52.389
45.500
44.396
43.966
Viljandi
22.368
23.080
20.756
20.354
19.880
Rakvere
19.011
19.822
17.097
16.786
16.578
Maardu
...
16.052
16.738
16.601
16.552
Sillamäe
16.157
20.561
17.199
16.678
16.052
Kuressaare
14.207
16.166
14.925
14.897
14.989
Võru
16.767
17.496
14.879
14.609
14.311
Valga
18.474
17.722
14.323
13.980
13.629
Haapsalu
13.035
14.617
12.054
11.809
11.604
Jõhvi
con Kohtla-Järve
15.607
12.112
11.533
11.025
Paide
9.641
10.849
9.642
9.744
9.764
Keila
7.194
10.072
9.388
9.401
9.454
Põlva
...
7.038
6.467
6.506
6.584
Kiviõli
11.050
10.390
7.405
6.992
6.539
Tapa
10.851
10.439
6.765
6.585
6.344
Jõgeva
5.289
7.035
6.420
6.368
6.334
Türi
6.626
6.862
6.324
6.147
5.936
Elva
6.358
6.325
6.020
5.857
5.749
Rapla
...
6.271
5.758
5.702
5.648
Saue
...
4.395
4.958
5.035
5.289
Põltsamaa
4.893
5.207
4.738
4.738
4.639
Paldiski
7.311
7.690
4.248
4.207
4.101
Sindi
4.428
4.548
4.179
4.064
3.972
Kunda
4.828
5.037
3.899
3.771
3.652
Kärdla
3.426
4.139
3.773
3.724
3.635
Loksa
...
4.315
3.494
3.474
3.384
Kohila
...
3.593
3.407
3.348
3.383
Kehra
...
4.053
3.224
3.159
3.092
Tõrva
3.157
3.546
3.201
3.124
3.090
Märjamaa
...
3.294
3.088
3.051
3.005
Räpina
...
3.488
2.967
2.901
2.830
Narva-Jõesuu
...
3.754
2.983
2.778
2.591
Tamsalu
...
2.978
2.614
2.586
2.504
Vändra
...
2.959
2.662
2.547
2.483
Kilingi-Nõmme
2.507
2.504
2.223
2.159
2.075
Otepää
...
...
2.219
2.147
2.070
Karksi-Nuia
...
...
1.997
1.987
1.931
Püssi
...
2.532
1.872
1.838
1.792
Mustvee
2.087
1.994
1.753
1.662
1.583
Võhma
...
1.998
1.596
1.555
1.490
Lihula
...
...
1.497
1.473
1.396
Järvakandi
...
1.807
1.532
1.464
1.394
Antsla
...
...
1.547
1.474
1.371
Pärnu-Jaagupi
...
...
1.360
1.336
1.306
Abja-Paluoja
...
...
1.417
1.375
1.301
Suure-Jaani
1.653
1.503
1.324
1.252
1.219
Kallaste
1.431
1.361
1.211
1.166
1.106
Kohtla-Nõmme
...
1.056
1.174
1.093
1.010
Mõisaküla
1.618
1.349
1.165
1.091
1.002
Tootsi
...
1.323
1.059
998
926
Aegviidu
...
1.097
952
916
845
Lavassaare
...
537
554
543
534

Città dell’Estonia (in ordine alfabetico) dal 1979 al 2011

Endonimo
Popolazione (19.01.1979)
Popolazione (12.01.1989)
Popolazione (31.03.2000)
Popolazione (01.01.2005)
Popolazione (01.01.2011)
Abja-Paluoja
...
...
1.417
1.375
1.301
Aegviidu
...
1.097
952
916
845
Antsla
...
...
1.547
1.474
1.371
Elva
6.358
6.325
6.020
5.857
5.749
Haapsalu
13.035
14.617
12.054
11.809
11.604
Järvakandi
...
1.807
1.532
1.464
1.394
Jõgeva
5.289
7.035
6.420
6.368
6.334
Jõhvi
con Kohtla-Järve
15.607
12.112
11.533
11.025
Kallaste
1.431
1.361
1.211
1.166
1.106
Kärdla
3.426
4.139
3.773
3.724
3.635
Karksi-Nuia
...
...
1.997
1.987
1.931
Kehra
...
4.053
3.224
3.159
3.092
Keila
7.194
10.072
9.388
9.401
9.454
Kilingi-Nõmme
2.507
2.504
2.223
2.159
2.075
Kiviõli
11.050
10.390
7.405
6.992
6.539
Kohila
...
3.593
3.407
3.348
3.383
Kohtla-Järve
87.472 (incl. Jõhvi)
62.059
47.679
46.032
44.107
Kohtla-Nõmme
...
1.056
1.174
1.093
1.010
Kunda
4.828
5.037
3.899
3.771
3.652
Kuressaare
14.207
16.166
14.925
14.897
14.989
Lavassaare
...
537
554
543
534
Lihula
...
...
1.497
1.473
1.396
Loksa
...
4.315
3.494
3.474
3.384
Maardu
...
16.052
16.738
16.601
16.552
Märjamaa
...
3.294
3.088
3.051
3.005
Mõisaküla
1.618
1.349
1.165
1.091
1.002
Mustvee
2.087
1.994
1.753
1.662
1.583
Narva
75.909
81.221
68.680
67.144
65.536
Narva-Jõesuu
...
3.754
2.983
2.778
2.591
Otepää
...
...
2.219
2.147
2.070
Paide
9.641
10.849
9.642
9.744
9.764
Paldiski
7.311
7.690
4.248
4.207
4.101
Pärnu
54.051
52.389
45.500
44.396
43.966
Pärnu-Jaagupi
...
...
1.360
1.336
1.306
Põltsamaa
4.893
5.207
4.738
4.738
4.639
Põlva
...
7.038
6.467
6.506
6.584
Püssi
...
2.532
1.872
1.838
1.792
Rakvere
19.011
19.822
17.097
16.786
16.578
Räpina
...
3.488
2.967
2.901
2.830
Rapla
...
6.271
5.758
5.702
5.648
Saue
...
4.395
4.958
5.035
5.289
Sillamäe
16.157
20.561
17.199
16.678
16.052
Sindi
4.428
4.548
4.179
4.064
3.972
Suure-Jaani
1.653
1.503
1.324
1.252
1.219
Tallinn
441.800
478.974
400.378
396.010
400.292
Tamsalu
...
2.978
2.614
2.586
2.504
Tapa
10.851
10.439
6.765
6.585
6.344
Tartu
104.381
113.420
101.169
101.483
103.740
Tootsi
...
1.323
1.059
998
926
Tõrva
3.157
3.546
3.201
3.124
3.090
Türi
6.626
6.862
6.324
6.147
5.936
Valga
18.474
17.722
14.323
13.980
13.629
Vändra
...
2.959
2.662
2.547
2.483
Viljandi
22.368
23.080
20.756
20.354
19.880
Võhma
...
1.998
1.596
1.555
1.490
Võru
16.767
17.496
14.879
14.609
14.311

Popolazione nelle Contee dell’Estonia dal 1979 al 2011
Endonimo
Abbr.
Capitale
Area (Kmq)
Pop. al 19.01.1979
Pop. al 12.01.1989
Pop. al 31.03.2000
Pop. al 01.01.2005
Pop. al 01.01.2011
Harju
HAR
Tallinn
4.333
530.670
605.415
525.682
521.038
528.468
Ida-Viru
IDA
Jõhvi
3.364
216.832
221.111
179.702
173.777
167.542
Tartu
TAR
Tartu
2.993
153.614
161.813
149.602
148.886
150.535
Pärnu
PÄR
Pärnu
4.807
101.068
99.720
91.212
89.343
88.327
Lääne-Viru
LVI
Rakvere
3.628
78.553
79.690
67.801
66.464
66.861
Viljandi
VIL
Viljandi
3.422
67.352
65.222
57.974
56.616
55.275
Võru
VOR
Võru
2.305
47.197
45.176
39.882
38.677
37.494
Rapla
RAP
Rapla
2.980
38.476
39.539
37.593
37.032
36.652
Jõgeva
JOG
Jõgeva
2.604
42.426
42.505
38.297
37.473
36.550
Järva
JÄR
Paide
2.460
42.278
43.807
38.781
38.141
35.963
Saare
SAA
Kuressaare
2.922
38.482
39.467
35.951
35.208
34.577
Valga
VAL
Valga
2.044
44.015
41.473
35.796
34.867
33.889
Põlva
POL
Põlva
2.165
36.303
36.238
32.695
31.752
30.778
Lääne
LÄÄ
Haapsalu
2.383
32.408
33.389
28.644
27.990
27.283
Hiiu
HII
Kärdla
1.023
10.180
11.097
10.440
10.246
10.000

Estonia

EST

Tallinn

43.432
1.479.854
1.565.662
1.370.052
1.347.510
1.340.194
Fonti: (1979) Axel Pieles; (1989) (2000) (2005) (2011) Statistical Office of Estonia.