La prima volta che i Russi aggredirono il territorio dell’attuale Estonia fu nel 1558, quando le forze armate della Moscovia guidate dallo zar Ivan il Terribile invasero la regione nel contesto degli eventi passati poi alla storia con il nome di Guerra di Livonia.
Il vescovo di Dorpat (l’attuale Tartu), pur non avendo opposto alcuna difesa militare, venne arrestato ed imprigionato a Mosca.
Questo episodio determinò il successivo intervento dei Polacchi, che nel 1582 completarono la conquista della Livonia meridionale.
Le radici che pongono Tartu quale storica “capitale culturale” dell’Estonia risalgono proprio a quel periodo. Proprio durante la dominazione polacca, Dorpat divenne nel 1598 capitale di un voivodato (in Polacco: Województwo dorpackie; in Estone: Tartu vojevoodkond). Vi furono istituiti il “Gymnasium Dorpatense”, un liceo gestito dai Gesuiti, ed un seminario per traduttori. La città ricevette le insegne biancorosse della bandiera polacca personalmente dal re Stefano Báthory.
Le attività culturali furono improvvisamente interrotte dalla guerra tra Polonia e Svezia dell’inizio del 1600. Dopo ripetuti tentativi, nel 1601 il tradimento del capitano Hermann Wrangel favorì l’ingresso delle truppe svedesi a Dorpat. Ma il 13 aprile 1603 i soldati della Polonia, sotto il comando del condottiero (hetman) Jan Karol Chodkiewicz, dopo un breve assedio ripresero la città, dove i 1000 soldati svedesi si arresero furono espulsi e vennero scortati fino all’Estonia.
Per effetto di un’altra guerra tra Polonia e Svezia, nel 1625 la Polonia perse definitivamente il possesso di Dorpat.
Il seme culturale precedentemente piantato in epoca polacca comunque riuscì a germogliare e nel 1632 il re di Svezia Gustavo Adolfo patrocinò la fondazione della “Universitas Dorpatensis”, ovvero l’attuale Università di Tartu.
La traccia indelebile della Polonia resta a Tartu nella sua bandiera, che oggigiorno è esposta con molta frequenza e continuamente in vari punti della città.
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