lunedì 20 giugno 2011

La questione della Carelia, di Salla e di Petsamo

Un capitolo poco noto nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, in Europa, riguarda l’aggressione sovietica nei confronti della Finlandia. Tale operazione, avvenuta in due riprese cruente, si concluse con l’annessione di un quinto dell’intera Finlandia.
Tale territorio conteneva Viipuri (ribattezzata Vyborg dai Russi), che era la seconda città con più abitanti dopo Helsinki e Petsamo (ribattezzata Pečenga), l’unico accesso della Finlandia al Mare di Barents.
La prima parte della vicenda è passata alla storia con il nome di “Guerra d’inverno” (“Talvisota”, in Finlandese), combattuta dal 30.11.1939 al 13.03.1940. I Sovietici, che pensavano di poter mangiare la Finlandia così come avevano fatto con Estonia, Lettonia e Lituania, trovarono invece una inattesa resistenza. Comunque gli eroici Finlandesi, guidati dal Generale Mannerheim, alla fine furono costretti a cedere la Carelia e Salla, da dove furono espulsi dai Sovietici circa 420.000 Finlandesi, ovvero un dodicesimo della popolazione di tutta la repubblica di Helsinki.
La seconda parte è nota con il nome di “Guerra di continuazione” (“Jatkosota” in Finlandese), combattuta dal 25.06.1941 al 19.09.1944. Dopo i successi iniziali delle truppe di Mannerheim, l’Armata Rossa dell’Unione Sovietica ebbe ragione in virtù della sua preponderanza numerica. La Finlandia fu costretta a cedere Petsamo ed altri territori, ma riuscì a salvare la propria indipendenza.
I territori sottratti, aggregati ad altri già russi, andarono a costituire la Repubblica Socialista Sovietica Carelo-Finlandese, che nel 1956 scomparì per confluire nella Repubblica Socialista Sovietica Russa.
In tutti i territori mangiati alla Finlandia di allora – ovvero la Carelia, Salla e Petsamo - oggi vige la miseria, la desolazione ed il calo demografico. Mentre in epoca precedente vi erano agricoltura e pesca floride, portate avanti da almeno 8.000 anni da popolazioni ugro-finniche.
La Russia odierna mantiene inalterati tali vantaggi conseguiti in epoca sovietica che, insieme alle altre rettifiche territoriali a svantaggio di Estonia e Lettonia, violano formalmente il Trattato di Tartu del 1920.
Tali infamie attualmente non trovano cassa di risonanza mediatica internazionale, ma – chissà – forse un giorno la storia regolerà i conti in sospeso in modi e tempi che ora non possiamo immaginare. In Finlandia è tuttora attivo un movimento irredentista dal quale si trova un approccio nel sito http://prokarelia.net.

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