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martedì 14 giugno 2011

Riassunto di storia dell'Estonia (11000 a.C.-1991)

Le prime popolazioni giunsero in Estonia immediatamente dopo che i ghiacciai continentali dell'ultimo periodo glaciale si furono ritirati, circa 11000 anni fa.
Intorno al 2000 a.C. gli Estoni, si occuparono principalmente di caccia e pesca, cominciarono a dedicarsi all'agricoltura e all'allevamento: l'Estonia rimase per circa duemila anni il territorio di coltivazione del grano più settentrionale d'Europa.
Già a quel tempo è evidente la posizione favorevole dell'Estonia su uno snodo importante delle vie commerciali dell'Europa settentrionale. Questa posizione risulta ulteriormente rafforzata nella "dorata" età del bronzo nordica (circa 1800 - 500 a.C.).
I secolo - Le prime descrizioni dell'Estonia e dei suoi abitanti risalgono ai tempi della nascita di Cristo. Il nome comune per quelle genti era il latino Aestii, parola derivante dal germanico settentrionale, in cui significava “est”.
XI secolo circa - Nelle loro spedizioni commerciali le imbarcazioni dei vichinghi raggiungevano dall'Estonia e attraverso l'Estonia, la Russia, l'Asia centrale, fino a Costantinopoli. Gli Estoni entrarono così come alleati o nemici nelle saghe scandinave e le regioni orientali del Baltico nella sfera di interessi di commercianti e missionari.
XIII secolo - Gli Estoni, ultimi pagani d'Europa, vennero cristianizzati con una crociata partita dalla Danimarca e dalla Germania settentrionale. L’Estonia venne posta sotto la protezione della Vergine Maria. L’elite locale si germanizzò, mentre gli Estoni rimasero contadini fino al XIX secolo. Dopo che l'Estonia fu entrata nello spazio culturale nordeuropeo di lingua basso-tedesca, vi si formarono piccoli stati feudali, mentre si rafforzavano, divenendo sempre più influenti, le città facenti parte della Lega Anseatica, attraverso cui, all'inizio del XVI secolo giunse in Estonia la Riforma protestante.
XVI secolo - La disastrosa guerra di Livonia, combattuta tra Russi, Svedesi e Polacchi per il possesso dell'Estonia e la carestia e la peste che la accompagnarono uccisero quasi due terzi della popolazione estone. Come risultato della guerra l'Estonia fu governata dagli Svedesi per quasi un secolo; quel periodo viene ancor oggi ricordato come “il vecchio buon tempo degli Svedesi”.
XVIII secolo – Lo zar di Russia Pietro I il Grande conquistò l'Estonia con le sue armate, desideroso di aprire al suo impero una "finestra ad occidente"; alla terribile guerra sopravvisse solo metà della popolazione. Per i contadini estoni, ora sudditi dell'Impero russo, ebbe inizio il periodo più duro della servitù della gleba. Il governo russo non interveniva troppo nelle questioni estoni: continuarono a sussistere il governo locale della nobiltà, l'uso prevalente del tedesco, la fede luterana.
XIX secolo - Venne abolita la servitù della gleba e verso la metà del secolo ebbe inizio il periodo del risveglio nazionale, che condusse ad un rapido sviluppo dell'istruzione e delle condizioni di vita generali degli estoni e alla formazione di un ambiente culturale in lingua estone.
1918 – La dissoluzione dell'Impero russo nelle rivoluzioni seguite alla Prima Guerra Mondiale spianò la strada alla proclamazione della Repubblica estone il 24 febbraio. Nella Guerra di Liberazione del 1918-1920, le forze estoni respinsero gli attacchi dei comunisti russi e della Landeswehr, l'esercito dei Tedeschi del Baltico.
Come le altre giovani democrazie dell'Europa centrale ed orientale, l'Estonia costruì con successo il proprio stato nazionale. Nel 1921 L'Estonia fu ammessa nella Società delle Nazioni.
Dal 1919 al 1939 - Nel periodo dell'indipendenza venne riorganizzata l'economia basata sull'agricoltura, si crearono le strutture amministrative dello stato e le condizioni per lo sviluppo della cultura, dell'istruzione e della scienza in lingua estone.
1939 – Con i protocolli segreti allegati al patto tra Hitler e Stalin del mese di agosto, l'Estonia fu destinata all'area di influenza dell'Unione Sovietica e lo stesso anno vennero installate nel Paese basi militari sovietiche.
1940 - Sotto la minaccia di una completa invasione militare, nell'estate venne instaurato in Estonia un governo fantoccio d’ispirazione sovietica ed il Paese entrò a far parte dell'Unione Sovietica. Immediatamente prima che l'Estonia divenisse teatro di battaglie della Seconda Guerra Mondiale, vennero imprigionati e deportati in Siberia più di 10.000 Estoni accusati di essere oppositori del potere sovietico.
1941 - I Tedeschi invasero l'Estonia nell'estate e l'occuparono.
1944 - Nell'estate migliaia di famiglie estoni e quasi tutti gli svedesi che avevano abitato le coste occidentali dell'Estonia fin dal XIII secolo presi dal panico per l’arrivo dell'Armata Rossa sovietica fuggirono per mare, diretti in Svezia, Finlandia e Germania. L’Estonia fu annessa all’Unione Sovietica.
1949-1955 - Violando i diritti umani e perfino le proprie leggi, il governo di Mosca fece nuovamente deportare in Siberia più di 20.000 Estoni, in maggior parte donne e bambini. La guerriglia anticomunista continuò nelle foreste estoni fino agli anni '50.
L'Estonia mantenne come gli altri Paesi baltici la propria identità nazionale, nonostante la rigorosa politica di russificazione attuata dal governo sovietico, il cui principale strumento consistette nell'installazione in Estonia di miniere ed industrie pesanti utilizzando lavoratori provenienti da tutta l'Unione Sovietica.
1985 – Ebbe inizio il movimento di resistenza nazionale che si concluse, alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, con il ripristino della Repubblica di Estonia il 20 agosto 1991.
(Fonte: Eesti Instituut, Tallinn, Estonia)

3 commenti:

  1. In base alle mie informazioni, a quelle di mia moglie e a quanto reperibile in Rete, l'ultimo Paese europeo convertito al Cristianesimo (ovviamente con la forza) è stata la Lituania.

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  2. Cronologicamente si può senz’altro definire la Lituania come l’ultimo stato europeo ad aver adottato il cristianesimo come religione "ufficiale" con la conversione del Granduca Jogaila (noto anche come Ladislao II di Polonia) nel 1386, ma nella convinzione comune popolare il cristianesimo era già fortemente radicalizzato.
    Come conseguenza di ciò i Cavalieri dell’Ordine Teutonico concentrarono i loro sforzi lungo la costa baltica orientale "saltando" in un primo tempo il territorio soggetto alla Lituania.
    Una prova del maggiore senso religioso cristiano in Lituania si ebbe proprio nel periodo della Riforma Luterana: nonostante la chiusura di principi elettori protestanti ad ovest e di russi ortodossi ad est, essa rimase fedele alla chiesa di Roma e pagò tale lealtà, insieme alla Polonia, con la triplice spartizione e la finale scomparsa del 1795. Lettonia (anzi, a quel tempo, Livonia) ed Estonia, con masse ancora pagane per diversi secoli, divennero protestanti solo perché dipendenti da entità statali che avevano scelto la Riforma Luterana (tedeschi prima e svedesi poi).
    Fin qui le mie opinioni, ora i numeri spietati. Al giorno d’oggi i Cristiani in Estonia non superano il 30% (13,6% Luterani, 12,8% Ortodossi, 0,5% Battisti e 0,5% Cattolici), mentre il 70% è ateo, pagano o animista e quindi da un punto di vista oggettivo credo sia scandaloso dire che il cristianesimo ancora non sia arrivato. Segnalo interessanti spunti a questi links: http://www.in-estonia.com/religion-in-estonia.html , http://euobserver.com/851/27587 , http://it.wikipedia.org/wiki/Estonia#Religione .

    Relativamente al testo dell’articolo, esso è una mia traduzione da una pubblicazione dell’Istituto Estone per la Cultura.
    A mio avviso, un cenno alla materia trattata si può autorevolmente ricavare al link
    http://cronologia.leonardo.it/mondo09p.htm
    che ad un certo punto così recita:
    "…Le regioni baltiche di Estonia e Lettonia corrispondenti all’antica Livonia, vivevano in raggruppamenti patriarcali capeggiati dai grandi proprietari terrieri. Culturalmente vicini agli slavi, furono gli ultimi, tra i popoli nordici, ad essere cristianizzati alla fine del XII sec. su personale iniziativa del canonico agostiniano Sigebert Meinardo (1134-1196) che svolse la sua opera nelle regioni baltiche e, ad Ukskul, costruì la prima Chiesa e poi fu nominato vescovo di Livonia…."

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  3. Da un punto di vista della religione cristiana la Lituania ha una storia piuttosto curiosa. Il paganesimo di fondo ha infatti conosciuto una prima, breve ma violenta interruzione cristiana tra il 1252 e il 1260 (contrariamente a quanto avvenuto in Estonia, all'epoca ancora pagana). Dopo quella data, e dopo una rivolta in Curlandia guidata dallo stesso sovrano Mindaugas, il cristianesimo è stato rigettato con il ritorno ai precedenti riti pagani. La data ufficiale di cristianizzazione della Lituania è il 1387, tuttavia la penetrazione della seconda ondata di istanze cristiane è stata lenta e differenziata nei diversi strati della popolazione. Dopo circa quattro secoli il substrato pagano, mai sopito, conviveva in varie forme con il cristianesimo di superficie. Quest'ultimo, specie durante il periodo polacco, è andato assumendo una posizione predominante che in parte persiste ancora oggi.

    La situazione degli ultimi anni vede il risveglio di una serie di movimenti neopagani che tuttavia sembrano ancora relativamente deboli (e spesso fuori contesto, in particolare laddove viene inseguito il recupero integrale di una ritualità oggi evidentemente anacronistica).

    Diversa la situazione dell'Estonia, che oggi è considerata il Paese meno religioso al mondo.

    A breve ho intenzione di pubblicare alcune mie considerazioni sull'importanza del paganesimo per i popoli d'Europa e il loro futuro.

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