In un certo senso, questo scritto è il proseguimento di quanto esternato ne Lo scheletro nell'armadio di Kiev, un paio di settimane fa.
Gli eventi accaduti in Crimea, in questo mese di marzo 2014, sono stati di una tale rapidità da aver annichilito ogni record in materia di cambiamenti amministrativi europei, nel corso dell’ultimo secolo. Riassumendo:
- 6 marzo – il Supremo Consiglio della Crimea ha compilato ed inviato al parlamento di Mosca una richiesta formale di entrare a far parte della Federazione Russa. La richiesta è stata accolta;
- 11 marzo - il primo ministro della Repubblica Autonoma di Crimea, tale Sergej Valer’evič Aksёnov classe 1972, proclama l’indipendenza, con il consenso del sindaco di Sebastopoli (città crimeana più popolata, ma che amministrativamente gode di uno statuto speciale) e di Vladimiro Putin leader supremo di tutte le Russie;
- 16 marzo – in un referendum, dove sono andati a votare più dell’82% dei residenti in Crimea, si è avuto questo esito: 1.233.002 votanti (più del 97%) si sono espressi a favore del ricongiungimento della Crimea con la Russia come soggetto federale della Federazione Russa, 31.997 (2,53%) hanno votato a favore del ripristino della Costituzione del 1992 della Repubblica di Crimea, pur mantenendo lo status della Crimea come parte dell'Ucraina, mentre 9.097 (0,72%) sono state le schede bianche e nulle;
- 17 marzo – adozione del Rublo russo come valuta ufficiale, in sostituzione della Grivnia ucraina;
- 30 marzo – adozione del fuso orario di Mosca in vece di quello di Kiev.
In cima alle cronache di questi giorni ci appare un folto ventaglio di opinioni ed iniziative internazionali contrarie, a fronte degli eventi. Si va dal mancato riconoscimento della Repubblica di Crimea all’iscrizione nei registri dei ricercati di varie personalità locali, dalle sanzioni contro la Russia al sequestro di beni russi all’estero. Ma di una cosa ci sentiamo certi: l’Ucraina ha ormai perduto la Crimea per sempre e tutti noi, prima o poi, dobbiamo abituarci a questa novità politico-amministrativa all’estremo nordest del bacino mediterraneo, che ha tanto spiegazioni, quanto ragioni.
Poiché le nostre fonti d’informazione tarderanno molto a capire ed a farlo capire, volevamo anche aggiungere che a titolo personale noi siamo tra i primissimi a riconoscere questa nuova autodeterminazione. Semmai le cifre sulla volontà popolare non fossero sufficienti, proveremo ad integrare con un compendio cronologico dell’ultimo mezzo millennio le ragioni per le quali la Crimea sicuramente non c’entra nulla con l’Ucraina:
- 1441-1783 – Esistenza del Khanato di Crimea, stato fondato dai Tatari, popolazione di origine turca che era giunta in Europa all’epoca di Genghis Khan ed era arrivata a costituire l’assoluta maggioranza della popolazione locale. Il Khanato di Crimea intrattenne rapporti diplomatici e commerciali con la Moscovia, la Lituania, l’Impero Ottomano e la Repubblica di Genova;
- 1784-1921 – La Crimea appartenne alla Russia con la denominazione di Governatorato della Tauride;
- 1921-1942 – Esistenza della Repubblica Socialista Sovietica di Crimea, in seno all’URSS. Il gruppo etnico principale era quello dei Tatari, poi c’erano i Russi. Con percentuali intorno al 5% c’erano anche Turchi, Ucraini, Greci, Armeni, Polacchi e addirittura Italiani.
- 18/21 maggio 1944 – Dopo la riconquista di Sebastopoli da parte dell’URSS, Stalin fece deportare l’intera popolazione non russa della Crimea, come punizione per aver collaborato con i Tedeschi nei due anni precedenti. I Tatari, rei di aver costituito la Wolgatatarische Legion, furono deportati in Uzbekistan. Anche gli Italiani furono deportati in Asia centrale. Oggigiorno ne sopravvivono circa 300 a Kerč.
- 1945-1954 – La Crimea fu una provincia (Oblast’) della Russia sovietica. Furono anche gli anni nei quali, all’interno dell’URSS, avvennero copiose colonizzazioni da parte degli Ucraini principalmente verso i territori appena conquistati da Polonia, Cecoslovacchia e Romania, verso Estonia e Lettonia, verso il Caucaso. E verso la Crimea, a riempire i vuoti lasciati dai Tatari deportati nel 1944;
- 19 febbraio 1954 (60 anni fa) – Nell’àmbito dei festeggiamenti del 300º anniversario del Trattato di Perejaslav tra i Cosacchi ucraini e la Russia, Nikita Chruščëv tolse la Crimea alla Russia per regalarla all’Ucraina;
- 5 maggio 1992 – La Crimea proclamò l’autogoverno. In seguito accettò di rimanere con l’Ucraina, in cambio di una forte autonomia;
- 22 febbraio 2014 - Viktor Fëdorovyč Janukovyč, presidente dell’Ucraina eletto democraticamente nel 2010, fugge in Russia a causa di tumulti popolari a Kiev, ma non si dimette. L’Ucraina si troverà con un formale vuoto di potere, fino alle prossime elezioni presidenziali di maggio 2014. La Crimea, semplicemente, ha approfittato di questo spiraglio per pareggiare i conti con il 1954.
Sul piano giuridico, quanto è avvenuto in Crimea è esattamente analogo a ciò che accadde pochi anni fa in Cossovo. Il Cossovo, sebbene fosse una regione facente parte della Serbia, poté raggiungere il completo status di diritto all’indipendenza il 22 luglio 2010, quando la Corte Internazionale di Giustizia riconobbe che ciò non violava il diritto internazionale, né la Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Ultimissimo dettaglio sulla vicenda, di tipo personale, stavolta. A Tallinn ci sono delle persone a noi care che abitano nella Via dei Tatari (Uus-Tatari tänav), dedicata a quegli antichi arcieri crimeani, che in Estonia hanno sempre riscosso viva simpatia ed affetto.
Ultimissimo dettaglio sulla vicenda, di tipo personale, stavolta. A Tallinn ci sono delle persone a noi care che abitano nella Via dei Tatari (Uus-Tatari tänav), dedicata a quegli antichi arcieri crimeani, che in Estonia hanno sempre riscosso viva simpatia ed affetto.
Uus-Tatari tänav on tänav Tallinnas Kesklinna linnaosas Veerenni asumis. Uus-Tatari tänav algab Tatari tänavalt, kulgeb seejärel Ravi tänavaga ristudes enam-vähem põhja-lõuna suunaliselt. Invaliidi tänava ristmikul pöörab Uus-Tatari tänav lääne poole ja lõpeb Veerenni tänaval. Tänav on ligikaudu 370 meetri pikkune.
RispondiEliminaTänav on oma nime saanud 1882. aastal. Tänava saksakeelne nimi oli Neue Tatarenstrasse ja venekeelne Новая Татарская улица. Tänavat on nimetatud ka Väike-Tatari tänavaks (saksa keeles Kleine Tatarenstrasse, vene keeles Малая Татарская улица).
Operation Make-Our-Main-Black-Sea-Port-Russian-Again, as designed in 2004 (after the Orange Revolution), has been carried out meticulously. Of course it helps if the EU is led by incompetent wannabe-politicians, and the USA by Barrack where-is-the-red-line Obama.
RispondiEliminaAnch'io penso che la decisione della popolazione della Crimea andrebbe riconosciuta legittima, anche se formalmente le cose sono state fatte male. Ma questo è un classico e sacrosanto esempio di autodeterminazione dei popoli.
RispondiEliminaGrazie per gli interessantissimi post che hai scritto e condiviso, Gio.
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